Il rapporto Censis presentato a Roma sul valore socio-economico dell’automedicazione, stilato in collaborazione con Assosalute, ha permesso una fotografia del mondo dell’automedicazione.
Per Marco Cossolo, presidente Federfarma, e Stefano Vella, presidente AIFA, il punto nodale su cui è necessario lavorare è la comunicazione.
Dall’analisi del Censis emerge che:
– 46 milioni di italiani si curano da soli con farmaci da banco senza bisogno di ricetta medica;
– 15 milioni di italiani in caso di piccoli disturbi cercano informazioni sul web e di questi 8,8 milioni cade in fake news;
– le fonti d’informazione principale restano medico (53,5%) e farmacista (32,2%), ma cresce molto l’uso del web, con una consultazione che nel 17% dei casi è di siti generici, nel 6% di siti istituzionali nel 2,4% di social network;
– il ricorso al farmaco da banco appare comunque informato, consapevole e maturo;
– la spesa pro-capite per farmaci senza obbligo di ricetta in Italia è pari in media a 40,2 euro all’anno;
– gli italiani spendono il 39% in meno della media dei paesi europei.
– a soffrire di piccoli disturbi sono 49 milioni gli italiani. Di questi, 17 milioni ne soffrono con grande frequenza;
– I disturbi più diffusi sono il mal di schiena (40,2%), raffreddore, tosse, mal di gola e problemi respiratori (36,5%), mal di testa (25,9%), mal di stomaco, gastrite, problemi digestivi (15,7%), influenza (13,9%) e problemi intestinali (13,2%).
Come il farmacista può influire nei processi di comunicazione sui temi legati alla salute
Una corretta informazione è utile per abbattere la quota di cittadini che s’imbatte in fake news e per sostenere il valore medico ed economico dell’automedicazione, che ricorda Vella “se ben impiegata, è in grado di liberare risorse del sistema sanitario utili per altre patologie”.
“Il farmacista, conclude Cossolo, deve consolidare il suo ruolo di guida nei confronti del paziente, riuscendo anche a fare un salto culturale nel rapporto con il web e con i social network. La cattiva comunicazione che si trova sulla rete ha un linguaggio accattivante che va confutato, e il farmacista con le sue conoscenze deve partecipare a questa corretta comunicazione”.