Ogni parte del corpo umano ha un odore differente ma, fra tutti, quello delle ascelle è di gran lunga il più pungente e particolare. Le ghiandole apocrine hanno, in natura, preminentemente funzioni “sociali”, in conseguenza di un complesso sistema di sostanze chimiche (i feromoni) che inducono a specifici tipi di comportamento.
Negli animali, e in misura ridotta nell’uomo, l’odore dei feromoni è usato per: delimitare il territorio, esprimere possesso, produrre eccitamento sessuale, respingere i nemici e identificare diversi individui. Sebbene questi odori assumano in alcune civiltà un significato positivo (odore intenso come sinonimo di maggiore attrazione e potere sessuale), nelle moderne civiltà occidentali l’odore ascellare è universalmente riconosciuto come repulsivo, degradante e da combattere comunque con ogni mezzo.
Il problema dell’odore corporeo, più che annoso è millenario. Già nel primo secolo avanti Cristo il noto poeta latino Catullo, si prendeva gioco di un certo Rufo che si meravigliava di non riuscire a conquistare alcuna donna, nonostante i numerosi e costosi regali di vesti rare e pietre preziose. Catullo gli si rivolgeva onestamente dicendogli: Laedit te quaedam mala fabula, qua tibi fertur valle sub alarum trux habitare caper, ovvero “Ti rovina una brutta diceria, con la quale si dice che sotto le tue ascelle abiti un terrificante caprone”. E continua con un consiglio: Quare aut crudelem nasorum interfice pestem, aut admirari desine cur fugiunt (traduzione: Pertanto o elimini la crudele pestilenza dei nasi, o smettila di meravigliarti perché fuggono). Consiglio giusto e sensato, quantunque forse espresso in maniera fin troppo esplicita. Una corretta igiene personale è il primo indispensabile passo per ovviare a certi problemi causati, come ormai è generalmente noto, dalla degradazione batterica del sudore, particolarmente abbondante sotto le ascelle.
Umberto Borellini, cosmetologo