La prevenzione rappresenta il primo e imprescindibile tassello per la tutela della salute. Questo è ancor più vero per quanto riguarda la prevenzione oncologica in cui stili di vita corretti e eliminazione dei fattori di rischio modificabili – fumo, alcool, obesità e sedentarietà – permettono di ridurre il rischio di insorgenza di neoplasie di circa il 40%. A giocare un ruolo decisivo sono anche controlli periodici e screening finalizzati ad una individuazione precoce di malattia, consentendo interventi tempestivi con outcome decisamente migliori.
In tal senso l’adesione ai programmi di screening in Italia fa registrare dati positivi. Difatti, già nel 2021 i ritardi registrati con la pandemia Covid-19 erano stati recuperati.
Verso l’obiettivo UE per il 2025
L’Europa per il 2025 ha posto un obiettivo sfidante e cioè che tutti gli Stati Membri dell’Unione garantiscano un’offerta di screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon ad almeno il 90% degli aventi diritto. In questo senso i dati 2022 registrati in Italia fanno ben sperare, con il Nord e il Centro che sono riusciti addirittura a superare il traguardo, a fronte di un Sud che, per quanto indietro, ha mostrato importanti segnali di accelerazione con aumenti percentuali di copertura importanti.
Le rilevazioni del 2022: crescono le adesioni agli screening
Nel 2022, – stando ai dati di un’indagine realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità, ISS pubblicata sul sito del Ministero della Salute – gli inviti sono stati indirizzati a oltre 14,5 milioni di italiani; 5,8 milioni i test eseguiti.
Nell’anno in oggetto, quasi un italiano su tre, il 27%, si è sottoposto all’esame per la ricerca del sangue occulto per il tumore del colon-retto, con evidenti differenze tra Nord (38%), Centro (28%) e Sud (12%).
La copertura dello screening mammografico ha registrato un calo rispetto al 2021, assestandosi al 43%, mentre per lo screening della cervice uterina, il valore a livello nazionale si è collocato al 41%.
Modalità di invito e coinvolgimento delle farmacie
Per quanto riguarda le modalità di invito agli screening, quella cartacea è risultata nel 2022 quella maggiormente utilizzata. Più in generale per quanto lo scenario evidenzi un complessivo miglioramento, è emerso un ritardo delle regioni del Meridione riguardo all’utilizzo delle farmacie come supporto e facilitazione per l’esecuzione dello screening del cancro colon-rettale. Le farmacie difatti risultano ampiamente coinvolte nell’attività di screening e, per quanto concerne quello del colon retto, sono disponibili al ritiro della provetta e alla riconsegna del campione, facilitando così l’adesione del cittadino che può rivolgersi comodamente ad un presidio territoriale.