Il 30 maggio si celebra la giornata mondiale della sclerosi multipla, una malattia demielinizzante cronica infiammatoria che colpisce prevalentemente i giovani adulti, andando ad interessare cervello e midollo spinale e causando una progressiva disabilità.
A livello globale, si stima ne siano affette circa 2,8 milioni di persone, 137 mila solo nel nostro Paese.
I trattamenti ad oggi disponibili e il legame col virus di Epstein-Barr
Per quanto esistano una serie di trattamenti in grado di rallentare la progressione di malattia, non esiste ad oggi una terapia definitiva.
Tra le piste più promettenti per la ricerca, il legame tra la malattia e il virus di Epstein-Barr, coinvolto in processi infiammatori e neurodegenerativi e prerequisito per lo sviluppo della sclerosi multipla, anche se ad oggi restano da chiarire i meccanismi che legano infezione e malattia.
Due progetti europei indagano il legame virus-malattia
Proprio per questa ragione, l’Unione Europea ha finanziato due progetti che puntano a fare chiarezza: “EBV-MS: Targeting Epstein-Barr Virus infection for treatment and prevention of multiple sclerosis” e “BEHIND-MS: Bridging EBV-Host Imbalance to Disease Onset and Progression in Multiple Sclerosis”.
Anche l’ISS impegnato nella ricerca
Il secondo progetto, BEHIND-MS – coordinato dal Centro Tedesco per la Ricerca sul Cancro di Heidelberg – vede tra i membri del consorzio anche due ricercatrici del Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto Superiore di Sanità – ISS: Caterina Veroni e Barbara Serafini, da anni impegnate a studiare il legame tra il virus di Epstein-Barr e la sclerosi multipla, contribuendo a consolidare l’idea che il virus sia implicato nei processi infiammatori e neurodegenerativi di questa malattia.
Verso nuovi traguardi nella ricerca e nei trattamenti
«Le conoscenze derivanti da questi studi potranno essere sfruttate per fini diagnostici e terapeutici. Attualmente, sono in fase di sviluppo vaccini contro il virus di Epstein-Barr, con la speranza che prevenire l’infezione possa ridurre l’incidenza della malattia. Altri approcci includono terapie antivirali specifiche e trattamenti mirati a ridurre l’impatto del virus sul sistema immunitario» ha chiarito Caterina Veroni.
Il dipartimento di Neuroscienze dell’ISS è impegnato anche nella ricerca di nuovi farmaci che siano in grado di riparare il danno prodotto dalla sclerosi multipla. In tal senso sono in corso studi clinici in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea di Roma che puntano a valutare un farmaco che si è dimostrato molto promettente in studi preclinici.