Il rapporto sulle tossicodipendenze pubblicato dal Ministero della salute relativo all’anno 2022 evidenzia la presenza, a livello nazionale, di 573 servizi pubblici per le dipendenze – Ser.D, la cui attività principale riguarda la cura, la prevenzione e la riabilitazione delle persone che hanno problemi di dipendenza.
Nei Ser.D accede anche utenza per controlli amministrativi e non necessariamente per scopi di cura, come quanti chiedono un’attestazione di assenza di uso di sostanze a scopo di adozioni.
Il personale dei servizi
Per quanto riguarda il personale operante nei servizi pubblici per le dipendenze, lo stesso risultava pari a 5.987 unità al 31.12.2021.
Gli infermieri rappresentano la figura preponderante (31,5%), seguiti dai medici (20,7%), dagli psicologi (14,7%), dagli assistenti sociali (13,5%), dagli educatori professionali (10,3%) e dagli OTA/OSS (2,1%).
Il rapporto infermieri-medici si attesta a livello nazionale di 1,5; 1,4 il rapporto medici-psicologi.
L’utenza
Nell’anno in oggetto i Ser.D hanno assistito complessivi 129.259 soggetti dipendenti da sostanze (su un totale di 242.373 contatti) di cui 17.497 nuovi utenti (13,5%) e 111.762 soggetti già in carico o rientrati dagli anni precedenti (86,5%).
La maggioranza dell’utenza – 86% è rappresentata da uomini. I pazienti in trattamento sono prevalentemente di nazionalità italiana (91,4%), soprattutto le femmine (94,7%).
L’età prevalente è quella compresa tra 35 e 54 anni. Tra i nuovi utenti l’età media è più bassa, e si attesta a 35,9 anni a fronte dei 43,4 degli utenti già in carico o rientrati.
Caratteristiche dell’utenza
La maggioranza degli utenti sono celibi o nubili; rispetto alla condizione abitativa, la maggioranza dei maschi vive con la famiglia di origine, mentre tra le utenti di sesso femminile, le stesse abitano per lo più con partner e figli. La quota di coloro che vivono da soli è relativamente bassa e si attesta intorno all’11%
Il 62,1% degli utenti ha una fissa dimora. Il 72,9% degli utenti presenta un livello di istruzione secondario. Il 34,6% delle persone già in carico e il 30,7% dei nuovi utenti dichiara un’occupazione stabile e, rispettivamente, il 9,3% e il 9,8% una occupazione saltuaria. I disoccupati sono il 29,8% negli utenti già in carico e il 25,6% nei nuovi utenti.
Sostanze di abuso
Tra le sostanze di abuso, il 63% dell’utenza è in carico ai servizi per uso primario di oppiacei, percentuale che scende al 34,6% tra i nuovi utenti. L’eroina resta la sostanza primaria di abuso tra tutti gli utenti in trattamento, anche se la percentuale si è ridotta nel corso degli anni tanto che tra i nuovi utenti la sostanza primaria di abuso risulta essere la cocaina nel 38,5% dei casi.
Ad un’analisi temporale 2014-2022 emerge un generale aumento dell’età media degli utenti al trattamento per le principali sostanze di abuso, soprattutto tra i maschi.
Accesso ai servizi
I pazienti già noti ai servizi richiedono il trattamento prevalentemente in maniera autonoma o tramite familiari e amici (67,6% dei casi) mentre i nuovi utenti arrivano in modo diverso: il 45,7% per accesso diretto o su richiesta dei familiari o amici, il 7,4% per invio dell’autorità giudiziaria, per invio da altri servizi per le dipendenze (8,6%) o da altri servizi sanitari (9,1%).
Più in generale, si nota che l’accesso volontario aumenta all’aumentare dell’età, diminuendo contestualmente l’invio tramite autorità giudiziaria.
Assunzione delle sostanze
Tra i pazienti già in carico, emerge che circa un terzo assume la sostanza di abuso primario per via iniettiva (30,7%) o fumata-inalata (37,5%).
Nei nuovi utenti quasi il 49% (48,9%) fuma o inala la sostanza mentre la percentuale di coloro che usano la via iniettiva scende al 12,9%.
In entrambe le categorie di utenti una quota assume la sostanza sniffandola (nuovi 20,4%; già in carico 14,6%).
Per quanto riguarda la frequenza di assunzione, nonostante l’assenza consistente di dati, più del 30% degli utenti, sia nuovi che già in carico, assume la sostanza primaria su base quotidiana.
Le prestazioni erogate nei Ser.D
A livello nazionale, ogni utente ha ricevuto mediamente nell’anno 19 prestazioni di tipo sanitario, 172 prestazioni farmacologiche, 13 prestazioni psicosociali.
Il 78,8% dei pazienti ha avuto prestazioni di tipo medico-infermieristico, il 72,8% ha avuto un intervento psicosociale, il 55,6% è stato sottoposto a trattamenti farmacologici. Oltre la metà dei pazienti – 66,1% – ha ricevuto almeno 3 tipi differenti di prestazioni.
Patologie concomitanti
Tra le patologie concomitanti riscontrate, 9.470 assistiti (7,3%) presentava una patologia psichiatrica. Il 58,4% risultava affetto da disturbi della personalità e del comportamento, il 13,9% da sindromi nevrotiche e somatoformi, il 12,6% da schizofrenia e altre psicosi funzionali, il 2,7% da depressione e l’1,8% da mania e disturbi affettivi bipolari.
A livello di malattie infettive, sono stati testati per HIV oltre 43mila pazienti, pari al 33,4% dei pazienti totali in trattamento. Positivi 2.082 soggetti, pari all’1,6% dei trattati. I positivi all’HBV sono stati lo 0,6% degli utenti in trattamento; 10,8% i positivi all’HCV.
Nel complesso, tra i soggetti testati il 4,8% è risultato HIV positivo, il 2,3% HBV positivo e il 42,3% HCV positivo, con una ampia eterogeneità interregionale. Più a rischio di contrarre malattie infettive coloro che fanno ricorso a sostanze per via iniettiva.
Accessi in PS e dimissioni ospedaliere
Nel 2022 sono state registrate 16.779 dimissioni (16.185 in regime ordinario e 594 in regime diurno) con diagnosi correlate all’uso di droghe dalle strutture ospedaliere italiane: 96,5% in regime ordinario, 3,5% in regime diurno per un totale di 198.892 giornate di degenza, con una degenza media di 12,3 giorni, e 3.965 accessi in day hospital con un numero medio di accessi pari a 6,7.
Il numero complessivo di accessi al Pronto Soccorso è stato di 8.152, pari allo 0,05% del numero totale di accessi al pronto soccorso a livello nazionale.
Il 12,4% del totale degli accessi in Pronto Soccorso per problemi correlati all’uso di droghe esita in ricovero, di cui il 34,2% nel reparto di psichiatria. Inoltre nel 72,2% dei ricoveri si registrano una diagnosi di psicosi indotte da droghe.
Costo dell’assistenza
Per quanto riguarda i costi, gli ultimi dati disponibili, relativi al 2021, evidenziano un costo medio annuo per residente pari a 19,8 euro.
Per quanto riguarda l’assistenza territoriale il costo complessivo ammontava a 1.127.288 euro di cui 764.116 per l’assistenza ambulatoriale, 63.440 per l’assistenza semiresidenziale e 299.732 per l’assistenza residenziale.