“Everybody needs to act”. Questo il claim della Giornata Mondiale dell’Obesità 2022, che ricorre oggi, 4 marzo. Interessa, nel mondo, 800 milioni di soggetti ed è causa diretta di 340mila decessi annuali in Europa. Eppure, non è ancora riconosciuta come malattia cronica

I dati relativi alla diffusione dell’obesità sono sempre più preoccupanti: stando alla World Obesity Federation, gli obesi a livello globale sono 800 milioni; in Europa il 53% della popolazione è affetta da sovrappeso o obesità e in Italia l’incidenza è di circa 6 milioni di soggetti, con un quadro preoccupante per bambini e adolescenti.

Da qui al 2025, ossia nel prossimo triennio, le conseguenze cliniche dell’obesità andranno a determinare costi superiori al trilione di dollari. È previsto, inoltre, che entro il 2030 l’obesità infantile vada ad aumentare del 60%. Un quadro, questo, davvero allarmante: basti inoltre pensare che a oggi l’obesità è causa, in Europa, di 340mila decessi l’anno. Si tratta dunque di un’emergenza sociale, sanitaria, economica e clinica che necessita di risposte urgenti e non più procrastinabili.

L’importanza di un’azione congiunta

Alla luce di questo scenario, il messaggio chiave della Giornata Mondiale dell’Obesità 2022, che si celebra oggi, 4 marzo, è “Everybody Needs To Act”, ossia “è ora di agire e modificare il corso di questa malattia”. Proprio questo è stato il focus dell’incontro promosso al Senato nella giornata del 3 marzo 2022 dalla Senatrice Daniela Sbrollini. L’incontro si è svolto con il supporto scientifico dell’Integruppo Parlamentare Obesità e Diabete, con la partnership della World Obesity Federation, di Sio (Società italiana dell’obesità, di IO NET (Italian Obesity Network, di Open Italy (Obesity policy engagement network Italy), in collaborazione con il programma Driving Change in Obesity e con la partecipazione delle principali società scientifiche.

In occasione dell’incontro è stata presentata la lettera aperta sottoscritta dai rappresentati degli enti organizzatori e partner dell’evento indirizzata ai rappresentanti del Governo, del Ministero della Salute, del Parlamento e ai presidenti di Regione, ai Sindaci e alle autorità sanitarie nazionali e locali per richiamare l’esigenza di considerare l’obesità una priorità sociosanitaria e sollecitare a un’azione sinergica e rapida, dando priorità agli investimenti per la lotta all’obesità.

Anche in termini economici il peso della patologia è gravoso: sovrappeso e obesità rappresentano il 9% della spesa sanitaria complessiva e riducono, nel nostro paese, il PIL del 2,8%, con un aggravio di tasse per ciascun cittadino di 289 Euro.

Le richieste presentate

Le richieste presentate in occasione dell’incontro in Senato si sono focalizzate su:

  • l’importanza degli interventi precoci e della medicina di precisione (tecniche omiche volte all’individuazione precoce di fattori predisponenti e strategie preventive sin dalla tenera età);
  • creazione di centri specialistici per la cura dell’obesità sia per l’adulto, sia per i bambini (ad oggi insufficienti e con lunghe liste d’attesa);
  • l’importanza di una rete di assistenza territoriale efficace;
  • l’attività di supporto alle famiglie;
  • un costante monitoraggio e follow-up dei pazienti oggi reso possibile anche dalla telemedicina.

A questo si aggiunge chiaramente la necessità di veder realmente riconosciuta l’obesità come patologia cronica grave e multimorbida e non come “cattiva abitudine”; con un conseguente abbattimento dello stigma sociale e clinico che ancora si riversa sui pazienti obesi anche grazie a campagne di informazione e sensibilizzazione sulla popolazione e sui professionisti e, infine, con l’inserimento dell’obesità nei Lea (Livelli essenziali di assistenza).

«Il 13 novembre del 2019 è stata approvata la Mozione sul riconoscimento dell’obesità come malattia presso la Camera dei Deputati, ma a causa del Covid-19, che, oltre ad aver rallentato la presa in carico di obiettivi prefissati, ha evidenziato ancora di più la fragilità delle persone con obesità, poco è stato fatto per incrementare l’assistenza e fornire un adeguato supporto professionale – ha sostenuto l’Onorevole Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete – Ad oggi, infatti, la chirurgia bariatrica è l’unico trattamento rimborsato e non vi è un numero sufficiente di centri per l’obesità per supportare efficacemente le persone che ci convivono. Investire nella cura e nella prevenzione di questa malattia deve essere una questione prioritaria e richiede l’azione e l’impegno di tutti, su tutti i territori, in una fase storica in cui molto favorevoli sono le condizioni per perseguire tale obiettivo».

«La lettera aperta inviata alle Istituzioni di interesse è volta a ottenere il riconoscimento governativo, clinico, sociale e sanitario dell’obesità come malattia cronica, così da inserire le prestazioni riguardanti l’obesità nei Lea, creare una rete nazionale di cura per l’obesità e anche un Piano Nazionale sull’obesità – ha aggiunto la Senatrice Daniela Sbrollini, co-Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete – È il momento di agire con azioni concrete nella lotta all’obesità. Se non affrontiamo l’obesità, la spesa medica per il trattamento delle malattie che ne derivano finirà per condizionare le generazioni future con conseguenze importanti sul sistema sanitario».