Il virus dell’Epatite C si trasmette in via prioritaria attraverso il contatto con sangue infetto, e quindi tramite la condivisione di oggetti per la cura della persona – dai rasoi agli spazzolini agli strumenti per la manicure, ad aghi e siringhe o strumentazioni non sterili per tatuaggi e piercing.

A rischio altresì coloro che si sono sottoposti a trapianti d’organo prima degli anni ’90, dal momento che allora il virus non era ancora conosciuto. Meno frequente l’infezione per via sessuale e la trasmissione da madre a figlio durante il parto.

Sono dunque molteplici le modalità di trasmissione del virus HCV, spesso ignote ai cittadini italiani – solo 2 su 10 la associano a tatuaggi e piercing e appena il 13,6% a pratiche estetiche –, al punto che molti addirittura ignorano la malattia stessa.

Gli italiani e l’epatite

7 italiani su 10 hanno sentito parlare dell’Epatite C ma di questi solo il 20% conosce davvero la patologia a fronte di un 40% che non ne sa quasi niente. Ancora, 6 italiani su 10 sono a conoscenza dell’esistenza di un test di screening per rilevare il virus da HCV, ma appena il 40% è a conoscenza del fatto che il test, per i nati tra il ’69 e ’89 e per alcune categorie a rischio, è gratuito.

È quanto emerge dai dati dell’indagine demoscopica “Italiani e epatiti” condotta da AstraRicerche per Gilead Sciences su un campione di mille connazionali.

Un’indagine che rivela la necessità e l’urgenza di promuovere informazione e sensibilizzazione sul tema, in virtù del fatto che molti sono coloro che potrebbero aver contratto il virus ma non ne sono a conoscenza, alimentando la trasmissione dello stesso, che compromette le funzionalità del fegato fino alla cirrosi e al tumore epatico.

La campagna “Epatite C. Mettiamoci un punto”

Da questo scenario ha preso avvio la campagna multicanale di sensibilizzazione “Epatite C. Mettiamoci un punto”, che intende promuovere una maggior conoscenza dell’infezione e dello screening.

La campagna, in concomitanza al Congresso EASL, il più importante appuntamento europeo in ambito epatologico, è partita da Milano il 5 giugno scorso con il tram della sensibilizzazione che ha portato nelle vie del centro materiali informativi sull’Epatite C invitando i cittadini ad effettuare il test di screening.

A supporto della campagna un sito web per conoscere l’epatite C e le modalità di trasmissione partendo da 4 storie che hanno scoperto e curato l’epatite grazie allo screening, il coinvolgimento di influencer, uno spot radiofonico.

La campagna si inserisce in un più ampio contesto che punta all’eradicazione del virus dell’epatite C entro il 2030 in linea con quanto previsto dall’OMS. 

I partner della campagna

Promossa da Gilead Sciences, l’iniziativa ha ricevuto il patrocinio di 7 associazioni di pazienti- Anlaids Sezione Lombarda ETS, Anlaids Onlus, EpaC – ETS, Associazione Milano Check Point, Cooperativa Sociale Open Group Bologna, Plus Roma, Fondazione Villa Maraini – CRI, di 3 Società Scientifiche – AISF – Associazione Italiana Studio del Fegato, SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali e della Città Metropolitana di Milano.