Raffaella Ferrari direttore scientifico di Farmacia News

Negli ultimi anni, le farmacie hanno consolidato quel ruolo di pubblica utilità che viene loro riconosciuto da tutti i cittadini. Rappresentano oggi dei presidi polifunzionali sul territorio in grado di erogare servizi altamente professionali. Farmacisti non solo erogatori di farmaci, ma dispensatori di servizi: un nuovo modo di fare e vivere una realtà fortemente integrata nel sistema salute. Si collocano in questo ambito i servizi di counseling motivazionale breve, atti a garantire il corretto utilizzo di farmaci e l’aderenza alle terapie oltre alle attività di screening ed educazione sanitaria. Fra tutti i servizi, la profilassi vaccinale ha cambiato l’immagine del farmacista nella percezione dei pazienti e ha ridefinito la professionalità di una categoria che in passato era stata percepita con un’identità più commerciale che sociale. La farmacia dei servizi ha rappresentato una vera rivoluzione nel mondo della sanità italiana, ma anche nel nostro modo di vivere la professione. Questa evoluzione rappresenta una meritata valorizzazione del nostro ruolo, ma non è stata priva di difficoltà: il diverso rapporto con i clienti, l’aumento della burocrazia, l’impegnativa gestione dei servizi e il tempo a essi dedicato hanno richiesto una riorganizzazione strutturale delle farmacie e del gruppo di lavoro e un’evoluzione degli strumenti digitali utilizzati. A tale proposito, ricordo che dal 9 febbraio 2025 entrerà ufficialmente in vigore DATAMATRIX, il codice identificativo univoco per i farmaci che avrà l’obiettivo di contrastare l’immissione di medicinali contraffatti sul mercato, come richiesto dalla normativa europea. È progettato per essere scansionato e verificato in tutta la catena di distribuzione e garantirà la tracciabilità del farmaco nella filiera. Dovremo imparare a familiarizzare con questo nuovo sistema, che andrà a sostituire le storiche fustelle dopo un periodo di transizione a doppio binario. Per ora, sappiamo che il nuovo bollino bidimensionale richiederà apparecchi in grado di leggere entrambi i codici e che i modelli più vecchi di scanner non saranno in grado di rilevarlo, per cui dovremo acquistarne di nuovi. Inoltre, dal prossimo anno potremmo dire addio alla ricetta in modalità cartacea a favore esclusivo di quella in formato digitale. La notizia è stata accolta con perplessità da molti colleghi, che rilevano l’esistenza di criticità per alcune tipologie di farmaci e la permanenza di difficoltà tecniche legate a utilizzo e stabilità della piattaforma. Ma il dado è tratto e dovremo adeguarci a un sistema salute volto alla completa digitalizzazione. Nei mesi a venire, avremo il compito di gestire questa transizione e valorizzarne gli aspetti positivi, trasformando le nuove sfide in future opportunità per la professione.