Prima gli ospedali, passati al setaccio per verificarne l’attenzione alla salute femminile con i percorsi diagnostici e terapeutici che erogano. Ora le farmacie, selezionate sulla base di criteri improntati alla medicina di genere, con l’erogazione di servizi specifici come l’ecografia al seno o altri screening rivolti alle donne che per età o fattori di rischio non sono ancora coperte dalle campagne del servizio sanitario nazionale.
A Cosmofarma, il salone dedicato al mondo delle farmacie nei padiglioni di BolognaFiere, Fondazione Onda si è ritagliata uno spazio per raccontare, insieme ad alcune farmaciste, il nuovo riconoscimento: il Bollino RosaVerde. Qualcosa di più di un semplice sigillo o di una targa, dopo il Bollino Rosa voluto dal 2007 per le strutture ospedaliere.
Nato nel novembre del 2024, con il primo bando, si è concluso con la premiazione di 135 farmacie, presenti in sedici regioni, molte concentrate in Lombardia e in Lazio. “Tutte selezionate grazie alla compilazione di un questionario alla cui stesura hanno collaborato sette medici specialisti, dall’endocrinologo allo psichiatra”, ha spiegato Olivia Kuster, project manager di Fondazione Onda, che garantisce percorsi formativi ai professionisti impegnati sul fronte della salute di genere e che adesso ha deciso di concentrarsi anche sulle farmacie, ottenendo ben 16 patrocini tra i quali quello di Tecniche Nuove.
La nuova sfida delle farmacie sul territorio
Insieme a Kuster, a Cosmofarma, erano presenti Claudia Mattioli Oviglio, segretaria di Federfarma Bologna, Anna Olivetti, coordinatrice medicina di genere della Fofi (la Federazione degli Ordini dei farmacisti), Marco Cupardo, segretario regionale di Sigm (Segretariato italiano dei giovani medici), Valentina Petitto, membro advisory board Bollino Rosa Verde di Fondazione Onda, Maria Langerame, responsabile dei servizi della catena Boots Italia. “La farmacia è un tassello fondamentale dell’assistenza sanitaria territoriale”, ha detto Langerame, spiegando come nelle farmacie Boots “offriamo ai malati cronici la possibilità di fare esami per il monitoraggio delle loro condizioni e abbiamo introdotto figure cardine come lo psicologo, il nutrizionista, l’infermiere”.
Valentina Petitto ha ricordato come il 75% dei clienti delle farmacie sia costituito da donne, sovente chiamate a svolgere anche compiti di caregiver all’interno della famiglia. Farmacista alla quarta generazione, Petitto ha iniziato a introdurre attività di prevenzione otto anni fa. “E con strumenti come una formazione ad hoc possiamo davvero fare la differenza”, ha detto. Ancora di più si potrebbe fare con “un gioco di squadra tra il farmacista di fiducia e il medico di famiglia che coinvolga anche i servizi sociali”, secondo Cupardo, per il quale “la farmacia può avere un ruolo straordinario nella presa in carico del paziente”.
La formazione e la prevenzione
La conferma che la medicina di genere è considerata ormai un valore aggiunto sul quale investire è arrivata da Anna Olivetti. “L’attività che svolgiamo in farmacia – ha osservato Olivetti – è focalizzata sempre di più sulla presa in carico strutturata dei cittadini e tra il 2021 e il 2022 abbiamo creato una commissione sulla salute femminile per creare momenti di formazione”.
Formazione che spalanca le frontiere per fare anche del farmacista un professionista della sanità attento non solo alla salute delle donne – che vivono sì più a lungo degli uomini ma in condizioni di maggiore fragilità, come ha ricordato Cupardo – ma anche alla prevenzione. E c’è chi ha anticipato i tempi. Come Claudia Mattioli Oviglio, che anni fa ha voluto costruire una farmacia capace anche di “educare i cittadini a prendersi cura del proprio stato di salute”. Poi Mattioli Oviglio ha scommesso sulla salute femminile, introducendo anche l’ecografia al seno. “Adesso abbiamo le agende piene – ha spiegato -: in dieci anni abbiamo assistito 2.500 donne”.