Lo stigma e la discriminazione verso l’età avanzata sono temi ancora fuori fuoco nel dibattito politico e culturale, anche se questi fenomeni interessano un numero crescente di soggetti in un periodo di forte cambiamento della composizione demografica della popolazione. Si chiama “ageismo” ed è considerato la terza causa di discriminazione nel mondo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS.
In Europa ne è vittima una persona su 3 – con il 42% degli anziani che si sente discriminato per via dell’età – è causa, a livello globale di oltre 6 milioni di casi di depressione e alimenta gli abusi che colpiscono circa 1 anziano su 6.
In una società longeva come quella europea, è fondamentale siano messe in campo politiche di inclusione più incisive e trasversali. Ed è proprio questo l’obiettivo del Manifesto Europeo contro l’Ageismo presentato a Roma da Fondazione Longevitas con 21 organizzazioni firmatarie del documento, il 28 maggio che, a pochi giorni dalle elezioni europee, intende rivolgere ai candidati al Parlamento Europeo l’impegno a sottoscriverlo e a mettere il tema tra le priorità dell’agenda politica UE.
Le conseguenze dell’ageismo su longevità e benessere
«L’agesimo, per le conseguenze serie e di ampia portata che ha sulla salute, sul benessere e sui diritti umani, è una delle grandi sfide del nostro tempo. Per gli anziani tale fenomeno è associato, infatti, a una vita più breve, a una salute fisica e mentale peggiore, a una ripresa più lenta da disabilità e declino cognitivo. Riduce la loro qualità della vita, aumenta isolamento sociale e solitudine (entrambi associati a gravi problemi di salute), limita la loro capacità di esprimere la propria sessualità e può aumentare il rischio di violenza e abusi.
L’ageismo, infine, può essere sperimentato anche dai più giovani, per esempio in termini di pregiudizi e discriminazioni sul lavoro, limitando la crescita personale e professionale. È un’emergenza che l’Europa, e non solo, deve affrontare con strumenti più incisivi e un’ampia visione politica: il nostro appello è quello di aderire al nostro Manifesto e mettere in campo atti politici concreti» ha spiegato la Presidente di Fondazione Longevitas, Eleonora Selvi.
Serve un cambio di paradigma, per una società inclusiva della terza età
Nonostante l’impegno dell’Europa messo in campo contro l’ageismo, la situazione rimane drammatica e, alla luce del cambiamento demografico in essere, è ancora più importante costruire una società che sia in grado di includere gli anziani come parte integrante e membri attivi della società.
Per far questo occorre un cambio di paradigma che vada a focalizzarsi sullo sviluppo dell’autonomia delle persone anziane per eliminare alla radice il pregiudizio negativo legato all’età e superando le sfide urgenti del momento, in primi quella della solitudine, che interessa il 44% degli europei over 55.
I 9 punti del Manifesto
Il “Manifesto” sintetizza gli interventi necessari in 9 punti, a partire dalla necessità di elaborare una strategia europea condivisa per la lotta all’ageismo, istituendo quindi una Giornata Europea contro l’Ageismo finalizzata a informare e sensibilizzare la società civile sul tema e promuovere azioni concrete.
Il Manifesto si focalizza sulla promozione da parte delle Istituzioni europee e dei Governi nazionali di attività di educazione e sensibilizzazione, nelle scuole, nel mondo del lavoro e complessivamente nell’opinione pubblica e, in un sostegno attivo che favorisca relazioni e scambio intergenerazionale.
Un altro punto essenziale del Manifesto pone l’attenzione all’inclusione digitale delle persone anziane, una premessa imprescindibile per promuoverne il benessere e favorirne la partecipazione sociale; quindi al sostegno dell’Europa agli Stati membri nelle azioni finalizzate a migliore le risposte ai bisogni di salute della popolazione anziana, per una sanità sempre più equa e accessibile.
Viene, inoltre, richiesto un impegno a promuovere la collaborazione internazionale, attraverso conferenze, condivisione di dati e di best practice e la stesura di specifici trattati contro l’ageismo, senza dimenticare lo stanziamento di fondi adeguati alla ricerca scientifica sulle cause e gli effetti dell’ageismo, con un monitoraggio costante delle tendenze ad esso collegate e, infine, promuovendo la costruzione di partnership strategiche con il settore privato al fine di coinvolgere attivamente le imprese nella lotta all’ageismo.