Lo sviluppo e la progressiva diffusione degli strumenti per la sanità digitale stanno coinvolgendo un numero sempre più ampio di professionisti e strutture. Questa evoluzione, che ha avuto uno slancio significativo con il piano e i fondi previsti dal Pnrr, sta progressivamente trasformando molti comparti legati alla cura e alla salute.
Per monitorare questo grande cambiamento, la School of Management del Politecnico di Milano ha attivato, già da anni, l’Osservatorio Sanità Digitale che raccoglie informazioni e dati sullo sviluppo delle infrastrutture, la spesa a esse destinata e il mood di operatori e pazienti nell’approccio alle nuove tecnologie.
Per fare il punto sulla situazione, si è tenuto lo scorso 23 maggio 2024 a Milano il convegno “Sanità digitale: trasformare il presente per un futuro sostenibile”, durante il quale sono stati presentati i dati relativi al 2023.
Forte aumento della spesa
Lo scorso anno la sanità digitale nel nostro Paese ha visto un’accelerazione, con una crescita a due cifre degli investimenti.
«I dati relativi alla spesa per la digitalizzazione sanitaria – ha dichiarato Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio sanità digitale– sono un importante indicatore della direzione verso cui stiamo andando. Nel complesso nel 2023 la spesa ha raggiunto circa 2,2 miliardi di euro, con un incremento del 22%, sicuramente il più elevato da quando abbiamo iniziato il nostro monitoraggio (nel 2022 era stato del 7%)».
Secondo i dati emersi, il 35% dei medici specialisti e il 43% dei medici di medicina generale dichiara di aver utilizzato servizi di televisita e rispettivamente il 33% e il 35% ha fatto ricorso al telemonitoraggio. Inoltre, il 35% dei medici specialisti e il 48% dei medici di base hanno utilizzato il Fascicolo sanitario elettronico.
Telemedicina, infrastrutture e organizzazione
La telemedicina è un’area sulla quale c’è grande attesa e che rappresenta uno dei cardini della digitalizzazione sanitaria.
«Alla base della telemedicina – ha sottolineato Deborah De Cesare, direttrice dell’Osservatorio Sanità Digitale – ci sono due aspetti imprescindibili: da un lato le infrastrutture tecnologiche, dall’altro l’organizzazione. Per questo le Regioni stanno predisponendo modelli organizzativi con tutti gli aspetti operativi, che potranno poi essere aggiornati all’occorrenza.
In mancanza di piattaforme regionali, che sono ancora in fase di implementazione, lo scorso anno molte prestazioni in telemedicina si sono avvalse di piattaforme non a uso sanitario, inadeguate allo scambio dei dati sensibili relativi alla salute. Un gap che dovrà essere colmato con l’arrivo delle nuove infrastrutture».
Grandi aspettative per il ruolo delle farmacie
La farmacia partecipa all’evoluzione della sanità digitale e ne è parte integrante. «C’è una grandissima attesa per quello che può essere il ruolo della farmacia come punto di accesso alla sanità digitale» – ha dichiarato Mariano Corso.
Un ruolo per il quale i presidi farmaceutici si stanno preparando da tempo con importanti sforzi. «Le farmacie sono citate in molti modelli organizzativi regionali e nel Pnrr – ha dichiarato Marco Cossolo, presidente di Federfarma –. L’Agenas ha deciso di fornire gli strumenti di telemedicina alle farmacie rurali perché possano essere a disposizione dei cittadini. Oggi le farmacie eseguono già prestazioni di telecardiologia.
In alcune regioni, con la sperimentazione della farmacia dei servizi, alle attività di telecardiologia si affianca anche la spirometria. Il processo è avviato e completato in cinque regioni, con l’adesione di circa due terzi delle farmacie. Stiamo iniziando anche a fare i primi tentativi di televisita, per esempio in Veneto nelle zone più distanti dai grandi centri urbani. Anche qui la disponibilità delle farmacie è molto elevata».