Il ruolo cruciale della nutrizione nella fase di riabilitazione nei pazienti dopo un ictus: a questo tema, ancora troppo poco trattato in Europa, è stato dedicato uno studio condotto dai ricercatori dell’Università Federico II di Napoli che ha ricevuto, al Congresso Nazionale SINU, il premio Gianvincenzo Barba per la Ricerca Scientifica e l’Innovazione in Nutrizione Umana 2024.

Il punto cruciale della riabilitazione

Oggi l’ictus, che è la terza causa di mortalità nei paesi industrializzati dopo malattie cardiovascolari e neoplasie, è una delle principali cause di disabilità che incidono in maniera significativa sulla vita della persona che ne è colpita. Molti aspetti della delicata fase del post ictus sono ancora trascurati, sia in termini di riabilitazione, sia di qualità di vita.

Punto di partenza di questa ricerca è stata l’analisi del possibile stato di malnutrizione post- ictus: i dati raccolti dimostrano che la metà dei pazienti (ancora di più quelli over 75) nella fase di riabilitazione successiva alla degenza ospedaliera, erano malnutriti a causa di molteplici fattori. Tra questi, difficoltà nel deglutire (disfagia), difficoltà nella masticazione, perdita di appetito, depressione, difficoltà ad alimentarsi in autonomia a causa di deficit motori.

Questo insieme di condizioni portano la persona colpita da evento ischemico a un recupero funzionale-motorio e cognitivo più lento, meno efficace, e a possibili complicanze a breve e lungo termine e, in alcuni casi, anche al rischio di morte.

La nutrizione fa la differenza

Gli effetti più impattanti di una malnutrizione post ictus si traducono in una perdita di forza, resistenza e massa muscolare: la conseguente debolezza che ne deriva compromette, quindi, la partecipazione attiva della persona agli esercizi riabilitativi, prolungando i tempi di recupero. Ne sono prova anche i risultati dei test effettuati su questi pazienti per la valutazione delle capacità funzionali.

L’obiettivo era esaminare la loro capacità di svolgere le attività quotidiane e la loro mobilità (come occuparsi della propria igiene personale, vestirsi, alimentarsi, camminare, compiere spostamenti). Nei pazienti malnutriti il punteggio è risultato molo più basso, a riprova che la malnutrizione incide anche sul recupero delle abilità mentali oltre che motorie.

Lo studio ha evidenziato anche come in questi pazienti alcuni marcatori del sangue, quali la proteina C- reattiva e il fibrinogeno, fossero più alti della norma. Un’ulteriore riprova, dunque, del legame tra malnutrizione e peggioramento dello stato di salute generale, con un aumento anche del rischio di infezioni.

Queste condizioni non fanno che rallentare la possibilità per il paziente di tornare il prima possibile a un buono stato funzionale e di recuperare piena autonomia nello svolgere le attività quotidiane. Ecco perché l’attenzione alla nutrizione deve diventare cruciale in qualsiasi percorso post ictus. Per ottenere risultati riabilitativi migliori il paziente, specie se anziano, va seguito il prima possibile con un approccio riabilitativo multidisciplinare, che preveda anche una valutazione del suo stato nutrizionale.

Infatti, solo impostando un programma nutrizionale adeguato, basato sul giusto apporto di macro e micronutrienti essenziali e sulle sue esigenze specifiche (età, eventuali patologie pregresse), è possibile prevenire uno stato di malnutrizione e le importanti conseguenze a esso collegate.