Dematerializzazione e corretto smaltimento dei farmaci sono solo alcuni esempi delle pratiche cui le croci verdi e i loro clienti possono ricorrere per una gestione eco-sostenibile degli acquisti
Il farmacista territoriale (di comunità) e il cittadino possono essere esempio di comportamenti eco-sostenibili. Il primo informando utenti e clientela sulle buone e facili pratiche, a partire dallo smaltimento corretto di farmaci scaduti e/o di altri prodotti.
Il secondo mettendo in atto regoledi basso costo, come raccogliere i farmaci non più utilizzabili negli appositi contenitori comunali posti all’interno o all’esterno della farmacia, ma di alto impatto per la salute e la tutela ambientale.
È il messaggio contenuto nel “Best practice paper on green and sustainable pharmacy in Europe”, redatto dal Pharmaceutical group of European Union (Pgeu), l’ente che esamina le buone azioni della filiera farmaceutica in tutte le fasi del ciclo di vita dei medicinali, dalla
produzione allo smaltimento.
«In qualità di esperti di medicinali – si legge nel documento del Pgeu – i farmacisti di comunità si trovano in una posizione favorevole per aumentare la consapevolezza del pubblico, promuovere l’uso prudente e il corretto smaltimento dei prodotti farmaceutici (e non solo, ndr), fornendo consigli sulla disponibilità di medicinali “più green”, laddove tali informazioni sono disponibili».
Italia esempio virtuoso
L’analisi effettuata dal Pgeu in ambito europeo identifica l’Italia tra le nazioni più
virtuose in tema di buone pratiche, citando ad esempio l’Assinde, società costituita nel
1980 da Farmindustria, Federfarma, Assofarm, Adf e Federfarma Servizi, che ha
saputo strutturare un efficiente sistema di raccolta e distruzione dei farmaci scaduti
o comunque invendibili di proprietà della farmacia, nel rispetto di criteri di tutale
ambientale secondo le indicazioni e norme del Legislatore.
Un ruolo importante nel percorso alla sostenibilità è rappresentato anche dalle dematerializzazione. Il decreto del 30 dicembre 2020 del Ministero dell’economia e delle finanze e del Ministero della Salute ne riconferma l’impegno all’interno
di tutte le filiere, compresa quella farmaceutica, con attenzione alla dematerializzazione
delle prescrizioni di farmaci (e del promemoria cartaceo), già avviato durante l’emergenza Covid, necessaria a garantire la disponibilità di farmaci ai soggetti più fragili e a ridurre l’afflusso di pazienti negli studi medici o nelle stesse farmacie.
Il decreto autorizza l’estensione alla ricetta dematerializzata ai farmaci con piano terapeutico Aifa, ai medicinali distribuiti per conto e/o non a carico del Servizio sanitario nazionale e prevede la modalità di rilascio del promemoria della ricetta elettronica attraverso ulteriori canali. Orientamento a regime durante la fase emergenziale e in corso di pandemia da Covid-19, si auspica che rimarrà in vigore (come è presumibile) anche per il futuro.