Cresce l’insoddisfazione degli italiani nei confronti del Sistema sanitario nazionale (Ssn), ma si conferma stabile la fiducia verso gli operatori sanitari. È quanto emerso dalla decima edizione dello Stada Health Report, che ha coinvolto 46mila cittadini, tra 18 e 99 anni, di 23 Paesi, 12mila per l’Italia. I dati italiani del report sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa a Milano.
Tre gli ambiti indagati: la percezione dell’efficacia e efficienza del Ssn, il ruolo di professionisti e stakeholder del settore, la salute mentale. Come ne esce l’Italia? Tra luci e ombre: a fianco di alcuni aspetti soddisfacenti, sono ancora molte le criticità da risolvere.
Il Sistema sanitario nazionale
Se ne riconosce il valore “universalistico”, tuttavia oltre la metà degli Italiani (52%) esprime insoddisfazione, non certamente per l’ampia offerta di servizi e prestazioni, ma per la difficoltà di accesso, dichiarata da 7 italiani su 10: appuntamenti troppo dilazionanti nel tempo, su cui pesano la privatizzazione che inficia la qualità della cura (42&%) o lo standard di prestazione ricevuta ritenuto inadeguato (31%).
Più insoddisfatte le donne, che lamentano meno attenzione ai propri bisogni di salute rispetto agli uomini (33% vs 28%) e i giovani tra 18 e 34 anni, le cui aspettative di cura sono più elevate rispetto a quelle di altre fasce di età (39% vs 28%).
Criticità rilevata: la scarsa predisposizione alla prevenzione. Ben oltre la metà (59%) dei connazionali, infatti, non si sottopone a controlli regolari o a screening mirati, con evidenze maggiori fra gli uomini (62%) per la fascia di età fra 18 e 34 anni (69%).
Gli operatori sanitari
A fronte di ciò, permane tuttavia la fiducia verso il sistema: il 77% degli italiani si affida infatti alla medicina convenzionale per le proprie necessità diagnostiche e terapeutiche cui viene riconosciuta affidabilità, quale scienza studiata da anni (45%), o per l’esperienza positiva registrata (41%) e soprattutto per i suoi professionisti (39%).
Restano infatti figure referenziali il medico di famiglia e/o lo specialista e il farmacista. Quest’ultimo largamente apprezzato sul territorio, professionista a cui si può accedere “senza appuntamento”, trovando un counsellor di elevata expertise e autorevole e riconoscendo nella Farmacia dei servizi una pluralità di prestazioni di primo livello di alta qualità.
«Dobbiamo potenziare il nostro ruolo di educatori della salute, soprattutto per quanto concerne la prevenzione – dichiara Andrea Mandelli, di recente riconfermato alla guida dell’Ordine dei Farmacisti di Milano, Lodi, Monza e Brianza per il prossimo quadriennio – per favorire anche la sostenibilità del Ssn, a vantaggio delle attuali e delle generazioni future».
Gli fa eco Paolo Levantino, segretario Fenagifar e presidente Agifar Palermo: «Come giovani farmacisti ci facciamo promotori nel comunicare l’importanza alla prevenzione quale opportunità per migliorare gli esiti di salute, usufruendo di tutti gli strumenti di prevenzione primaria, in particolare delle vaccinazioni, in molti casi un salvavita e mezzo per ridurre le ospedalizzazioni».
Sanità digitale
Riguardo alla digitalizzazione, sebbene gli italiani siano favorevoli all’integrazione e al potenziamento nella pratica clinica quotidiana, con maggiore propensione da parte degli uomini rispetto alle donne (58% vs 46%) e dei giovani fra 18 e 34 anni (61%) in confronto a generazioni più in età (50%), oltre 4 cittadini su 10 chiedono che sia migliorato l’aspetto relazionale dell’assistenza sanitaria, riservando maggiore attenzione alla componente umana (oltre il 40%) e a un approccio olistico alla cura (36%), che tenga conto della salute sia fisica sia mentale.
Alle farmacie, invece, cosa si chiede? La consegna a domicilio delle prescrizioni (33%), l’integrazione con altri professionisti e nuovi altri servizi come la prenotazione online delle visite (33%), opzioni più economiche per i farmaci e i trattamenti (32%). «Stiamo implementando nuove collaborazioni, fra queste quella con l’Ordine delle Psicologi – prosegue Mandelli – con cui stiamo mettendo a punto un servizio che offra consulenza e assistenza psicologica anche in farmacia». Un servizio che risponde anche a un bisogno di tutela della salute mentale, ultimo aspetto indagato dalla Stada Report.
La salute mentale
Oltre un italiano su due (57%) soffre di solitudine. A farne le spese soprattutto le donne (63% vs 51% degli uomini) e i giovani che, anche se sono i più felici (69%), dichiarano di sentirsi più soli (71%), soprattutto nella fascia di età tra 18 e 34 anni. La solitudine per 2 Italiani su 10 ha un impatto significativo sulla (qualità di) vita di tutti i giorni o è abbastanza grave. La solitudine è causata da orari lavorativi impegnativi (35%), dalla perdita del congiunto (12%, è infatti elevata la percentuale di anziani soli in relazione a un elevato indice di contesti unifamigliari), dall’isolamento generato dai social network (10%).
Come risolvere il problema? Le donne chiedono maggiori cambiamenti nella società per alleviare il senso di solitudine, quali miglioramenti economici (53%), più accesso a strutture per il tempo libero (35%) e alle terapie (33%), un sostegno all’assistenza dell’anziano, alleviando il loro ruolo e carico di caregiver (28%). I giovani, invece, chiedono cambiamenti nel ritmo di vita per meglio conciliare lo spazio vita privata-lavoro (59%) e opportunità per trascorrere meno tempo sui canali social (33%).
«I giovani scontano l’iperconnessione ai social network, che li allontana dalla mondo reale – chiude Paolo Levantino – e la farmacia può rappresentare un efficace luogo di incontro per un ascolto attivo e empatico». Presidi, le farmacie, che si confermano un punto di forza per il territorio in un contesto di prossimità. Ciò di cui il cittadino oggi ha più bisogno.