La dispensazione di alcuni farmaci antidiabetici, prima erogati solo a livello ospedaliero, un anno fa è stata trasferita alle farmacie territoriali. Per valutare l’impatto che questa misura ha avuto sulla spesa pubblica e sull’accesso dei cittadini alle cure, l’evento “Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma” promosso dal Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, ospitato presso il Ministero della Salute lo scorso 13 marzo.
Una valorizzazione del ruolo del farmacista
Il trasferimento nella distribuzione di alcuni farmaci dall’ospedale al territorio implica una valorizzazione del ruolo del professionista della farmacia nell’appropriatezza e nell’aderenza terapeutica che rimane un problema significativo nel nostro paese, soprattutto con riguardo ai pazienti cronici. Una migliore aderenza, chiaramente, migliora gli esiti di salute riducendo anche i costi a carico del sistema sanitario nazionale dovuti alle complicanze.
Facilitare l’accesso alle cure ai cittadini
“L’obiettivo di queste nuove disposizioni è garantire una maggiore assistenza di prossimità ai cittadini italiani. È stato facilitato l’accesso ai farmaci e abbiamo risposto in particolare alle esigenze dei pazienti cronici, delle persone anziane e di chi vive nelle aree interne e più lontane dalle farmacie ospedaliere” ha sottolineato nel suo intervento di apertura il Ministro della Salute Orazio Schillaci.
“Lo scorso anno avevamo definito questa misura epocale, e oggi possiamo dire con certezza che lo è stata davvero. Abbiamo aggiornato un sistema fermo da oltre vent’anni, garantendo ai cittadini un accesso più rapido e semplice ai farmaci e migliorando l’efficienza della spesa sanitaria” ha enfatizzato il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
I numeri di una riforma epocale
A confermare queste affermazioni sono del resto i numeri: da maggio a novembre 2024 sono state dispensate oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine dalle farmacie territoriali. Questo implica un accesso molto più rapido per i cittadini alle cure, evitando inutili spostamenti e lungaggini burocratiche.
Un significativo risparmio per il SSN
“Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa” ha sottolineato Gemmato. L’impatto della riforma è altrettanto significativo in termini di sostenibilità: grazie alla nuova modalità di distribuzione dei farmaci, la spesa a carico del SSN ha subito una riduzione pari a 9,7 milioni di euro, evidenziando l’impatto positivo della riforma su tutti i player coinvolti.
Un risultato reso possibile dalla sinergia di tutti i player
“Questo risultato è stato possibile grazie a un nuovo modello di remunerazione delle farmacie e a un sistema di scontistica che ha visto il coinvolgimento sinergico di industria, farmacie e istituzioni, su impulso della politica. Senza entrare in tecnicismi, possiamo dire, con il supporto delle rilevazioni del Tavolo di monitoraggio della spesa, che i numeri ci danno ragione e confermano la validità della strada intrapresa” ha evidenziato il Sottosegretario.
Per il futuro, ulteriori step in questa direzione
Per il futuro l’obiettivo è di includere in riclassificazione nuove categorie di farmaci con il supporto dell’Agenzia italiana del Farmaco – AIFA. “In particolare, in continuità con quanto deciso anche in seno al Tavolo per il monitoraggio della spesa, proporremo di includere altre classi di farmaci con caratteristiche simili a quelle già riclassificate, a partire da quelli senza brevetto scaduto” ha spiegato Gemmato.
L’AIFA dovrà rivedere il prontuario della distribuzione dei farmaci entro il prossimo 30 marzo così da proporre nuove categorie di farmaci per la distribuzione convenzionata, che verranno poi sottoposti alla Commissione Scientifica ed Economica e al CdA dell’Agenzia.
Un ulteriore impegno per i farmaci per malattia rara
In chiusura il Sottosegretario Gemmato ha ringraziato gli attori coinvolti, chiedendo un ulteriore impegno alla rete delle farmacie – e quindi a Assofarm e a Federfarma – “di voler distribuire gratuitamente, non più presso l’ospedale ma presso le farmacie territoriali, quei farmaci per il trattamento delle malattie rare che per modalità di assunzione e somministrazione possono essere trasferiti dalla distribuzione diretta e per conto alla convenzionata“.