Un settore estremamente dinamico, sostenuto in larga misura da nuove formulazioni che si affacciano sugli scaffali delle farmacie. Aumenta la domanda del consumatore in relazione a nutraceutici e integratori, quali “strumenti” per la prevenzione, il mantenimento del benessere e/o la gestione di specifiche problematiche come i disturbi gastrointestinali, le malattie da raffreddamento (tosse e raffreddore), problematiche urinarie.
I nutraceutici hanno anche indicazione di applicazione in alcune patologie croniche, tra queste sindromi fibromialgiche, colesterolemia subottimale, dolori addominali più o meno aspecifici e in cosmeceutica quale aiuto dall’interno per migliorare lo stato di salute della pelle.
Le performance di mercato
I nutraceutici “funzionano” in contesto europeo e italiano. A darne testimonianza i trend dei consumi.
«In Europa le performance dei food supplements (integratori) – dichiara Claudia Ruocco, responsabile Offering and operation di IQVIA – sono in crescita con un valore, inteso come dimensione, di circa 10 miliardi di dollari, calcolato sull’anno mobile al 3° trimestre del 2023, a fronte di altri prodotti in ambito OTC che registrano un valore di 28 miliardi di dollari. Il trend dei food supplements mostra un andamento piuttosto instabile in termine di crescita anno su anno, raggiungendo un dato postivo, pari al 7.4% per quanto attiene all’anno mobile 2023, in linea con gli altri prodotti OTC. La maggiore crescita si rileva in alcuni segmenti degli integratori, tra questi prodotti per problemi digestivi (quasi 14% vs 8.8% di altri prodotti) e per tosse e raffreddore (20% vs ad altri prodotti non integratori del comparto)».
In Italia il mercato nutraceutico, all’interno del più ampio mercato retail che vale 31.4 miliardi con una crescita flat di +0.3% sull’anno mobile a marzo 2024, registra un incremento nel canale farmacia on line con valori di 1 miliardo di euro sull’anno mobile, a fronte di un calo del canale parafarmacia (-1.6%) e mass market (-2.2%).
«Il mercato nutraceutico – prosegue Ruocco – registra un fatturato totale (anno mobile a marzo 2024) pari a 4.9 miliardi, il 15% sul solo mercato retail e pari a 30 miliardi sul mercato commerciale dove impatta per il 30%. Tale incremento si ipotizza correlato anche al numero di nuove referenze, oltre 41.200, di cui quasi 700 realizzano il 50% del mercato a valori con un valore medio del venduto su tutti i canali pari a 14.9 euro. Sui 4.9 miliardi totali, la farmacia contribuisce per il 76%, dove acquistano maggior peso anche i canali parafarmacia (9%) ed e-commerce (6%), con una crescita positiva su quasi tutti i canali: farmacia (2,2%), on line (21%), mass market (2%) e un lieve calo flat per la parafarmacia poco significativo».
In relazione ai prezzi, resta piuttosto basso (dunque più competitivo) il prezzo medio nel mass market, dovuto soprattutto all’ampio assortimento con predilezione per integratori, sali minerali e vitamine, mentre più comparabili sono i prezzi per gli altri canali con 14.7 euro come prezzo minimo sull’online.
«La crescita – spiega ancora Ruocco – si associa soprattutto all’elemento di innovazione. I nuovi lanci all’anno mobile, pari a 3.220 nuovi prodotti, hanno contribuito per il 2.5% alla crescita, il restante 1% è guidato da prodotti maturi. In generale si osserva una influenza importante anche a livello di aumento dei prezzi, applicato nell’ultimo anno mobile: il 3.5% di crescita ripartito per volumi e prezzi, corrisponde rispettivamente a un calo del -0,5% e di +3.9% a totale.
Stesso fenomeno si registra anche sui canali farmacia, parafarmacia e mass market, dove il volume cresce solo sul canale e-commerce, con un aumento dei volumi del 14.5% e dei prezzi del 5.6%. La crescita del comparto è trainata soprattutto da probiotici (valore realizzato 569 milioni e +7.5% di crescita), al primo posto delle vendite nel canale on line e al secondo in farmacia, dagli antiacidi (19.4%) e da prodotti per stomaco e intestino».
Facendo uno spaccato in farmacia oltre l’80% delle vendite riferisce a probiotici, antitosse, oftalmici e altri prodotti che richiedono un consiglio da parte del farmacista, mentre nel mass market restano prevalenti con un impatto del 10-12%, integratori alimentari e regolatori del colesterolo.
Specificatamente i nutraceutici nel canale online rappresentano il 45% delle vendite, pari a 445 milioni sul miliardo realizzato dall’online, con il maggior contributo derivante da prodotti per intestino e vitamine, con un prezzo mediamente inferiore del 29% rispetto alla farmacia e da probiotici scontati al 38%.
Elementi qualitativi
Le ricerche di mercato condotte da IQVIA su un osservatorio di 3 mila italiani attestano che quasi il 30% assume con regolarità integratori, il 41% periodicamente e il 30% raramente/mai, tuttavia, con un trend di crescita anno su anno che hanno consentito la definizione di un identikit del regolare consumatore: donna, over 45, alto livello scolastico, dirigente/lavoratore autonomo, livello socio-economico alto, che fa acquisti di integratori per il benessere di tutta la famiglia.
Aumentano anche l’attenzione verso i prodotti naturali (50-60%) tra cui la salvia, il microbioma, la personalizzazione della terapia con il ricorso ad esempio all’utilizzo di wearable e device.
Le criticità del mercato degli integratori
I numeri confermano che il mercato degli integratori è il primo in Europa, pari al 26% contro il 18% della Germania. Un settore che in Italia si esprime molto bene in termini di innovazione, occupazione femminile, ma non privo di criticità.
«Occorre lavorare sulla cultura di impresa – precisa Lorenzo Secondini, Direttore Generale Pharmasuisse, gruppo Sofim, associata di Integratori&Salute – per capire dove migliorare il comparto, per abbattere lo scetticismo che vige attorno agli integratori, specie fra le istituzioni, dunque confermarne l’efficacia, nonostante non siano dei farmaci.
Inoltre, tra le sfide future ci sarà il raggiungimento di una legislazione armonizzata, ad oggi inesistente, ma che presenta ostacoli sul nascere. Una relazione del parlamento europeo dichiara l’intenzionalità di emettere una regolamentazione botanicals, dato positovo, eliminando tuttavia tutti gli estratti oggi utilizzati o i claim pending che rappresentano l’unico elemento di informazione per il consumatore.
Mentre entro giugno verranno armonizzati i livelli massimi di vitamine e sali minerali che possono essere contenuti negli integratori. Ulteriore aspetto rilevante la difficoltà sul termine probiotico, riconosciuto e autorizzato in Francia e Spagna ma non negli altri Paesi, costituisce un ostacolo alle vendite e commercializzazione dei prodotti all’estero.
Non ultimo, l’Art. 8 della direttiva, un “capestro” per abbattere molecole e attivi ritenuti poco sicuri per la salute, certamente positivo per alcune sostanze come Ephedra spp e Yohimbe, ma non per altre sostanze o attivi inducendo il ritiro di prodotti dal mercato. Ancora, saranno da affrontare la restrizione all’uso di alcuni nutraceutici come Epigallocatechina gallato e monocoline, le problematiche relative ad alcune altre sotto osservazione per 4 anni con il rischio di ritiro al termine del periodo di monitoraggio. Infine per quanto concerne la sorveglianza, si è in attesa della procedura per acido alfa lipoico mentre sono attive procedure nei confronti di finocchio, berberina e garcinia».
I Novel Food
Una recente normativa prevede di fare entrare in questa categoria sostanze e alimenti privi di storia di consumo significativo prima del 1997 in Unione Europea. La difficoltà a reperire la documentazione antecedente a questa data rischia di dovere considerare un numero importante di sostanze come Novel Food: in buona sostanza la legislazione, molto complessa, potrebbe “mettere al bando” molti componenti oggi largamente impiegati, in relazione (anche) alla mancanza di studi clinici, di almeno 3 anni di validazione e di altre attestazioni.
«Ciò costituisce un grosso ostacolo per la ricerca e sviluppo – conclude Secondini – ponendo la necessità di ampliare il dialogo con le istituzioni finalizzato a sensibilizzare al ruolo degli integratori nella prevenzione primaria».