La centralità della digitalizzazione dei dati sanitari si è palesata con particolare vigore nella stagione pandemica Covid-19, in cui è stato sperimentato un incredibile incremento nel ricorso, ad esempio, alla telemedicina.
Le iniziative nazionali
In questo solco, con l’obiettivo di uniformare l’offerta e garantire sicurezza a cittadini e professionisti nello scambio di dati e informazioni di salute, si inserisce la Piattaforma Nazionale di Telemedicina, presentata presso l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali ad inizio febbraio 2025. Ancora, proprio nella direzione di una maggiore integrazione dei dati sanitari il progetto di Ecosistema dei Dati Sanitari, il cui decreto istitutivo è stato recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che darà vita ad una piattaforma operativa dal 2026 di cui beneficeranno soprattutto gli assistiti.
Lo European Health Data Space
Queste iniziative si inseriscono all’interno di un progetto più grande, lo Spazio Europeo per i Dati Sanitari – EHDS, un Regolamento che permetterà, entro i prossimi 4 anni, ai cittadini comunitari di disporre e accedere i propri dati sanitari in tutta Europa, e ai ricercatori di utilizzarli in forma anonima, su richiesta, per uso secondario.
Per far ciò è però essenziale che tutti gli Stati Membri dispongano di un Fascicolo Sanitario Elettronico interoperabile con quelli degli altri Stati Membri.
Le 5 categorie di dati sanitari contemplate
Lo EHDS metterà insieme i FSE di tutti gli Stati Membri partendo da 5 categorie di dati sanitari: il patient summary, cioè il riassunto dei dati sanitari del paziente, come il gruppo sanguigno o i farmaci che assume; le ricette; le immagini diagnostiche; le analisi di laboratorio e la refertazione dell’uscita dall’ospedale.
Grazie allo European Health Data Space, i dati verranno resi leggibili in tutta Europa attraverso un format denominato European Health Records Exchange Format, il formato europeo di scambio dei dati sanitari.
Una rivoluzione per il cittadino e per la ricerca
Il cittadino potrà quindi ottenere i propri dati in un formato unico che ne permetterà una lettura uniforme nei diversi contesti, consentendogli di ottenere, ad esempio, il farmaco di cui necessita senza problemi interpretativi. Il farmacista cui si rivolgerà non troverà difatti il nome del farmaco venduto nel Paese di residenza del richiedente bensì quello del farmaco equivalente venduto nel Paese in cui il professionista esercita.
Si tratta di una rivoluzione copernicana che consentirà allo stesso modo, in caso di necessità, al medico urgentista di accedere alle informazioni essenziali del soggetto come il gruppo sanguigno o le analisi cliniche.
Allo stesso tempo, i dati potranno essere forniti, su richiesta, a fini di ricerca, aprendo ad importanti possibilità sia nell’ambito delle malattie rare in cui la casistica del singolo Stato membro è sovente troppo esigua, sia per quanto riguarda le cronicità, in rapido aumento. Il tutto chiaramente con standard di sicurezza elevatissimi.