La farmacia degli ultimi anni “ha cambiato pelle” evolvendosi sempre di più, abbracciando un numero crescente di servizi e diventando un caposaldo del servizio sanitario a livello territoriale.

È necessario, tuttavia, un ulteriore step che consenta di rafforzare il ruolo delle farmacie sia per quanto riguarda la personalizzazione delle cure in ottica di genere, sia per quanto concerne iniziative di prevenzione e campagne di screening.

Cresce la diffusione dei farmaci equivalenti, ma occorre continuare a lavorare per promuovere un messaggio importante, cioè che lo stesso rappresenta uno strumento sociale di accesso alle cure. 

Il VI rapporto

Sono questi alcuni dei temi contenuti nel VI Rapporto sulla Farmacia, a cura di Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma e con il supporto non condizionato di Teva, presentato lo scorso 8 febbraio a Roma.  

L’indagine ha coinvolto 1.500 farmacie e 4mila cittadini, di cui il 42,6% presentava una patologia cronica. La raccolta dei dati si è svolta da luglio a settembre 2023. 

Tra i cittadini coinvolti, prevalgono le donne (72,5%). Tra le fasce d’età più rappresentate i target 31-50 anni e 51-63 anni.

Tra le farmacie coinvolte, circa un terzo (34,7%) è una farmacia rurale. Di queste, l’80% si trova in un comune con meno di 3mila abitanti.

Contestualmente sono stati presentati anche i risultati dell’iniziativa pilota “Cuore di donna in farmacia” che ha coinvolto, attraverso un questionario di valutazione del rischio cardiovascolare e un elettrocardiogramma con i servizi di telemedicina, oltre 1.500 donne over40 in 3 regioni italiane.

Gli italiani e la farmacia

Dal rapporto si evidenza che più di 1 cittadino su 2 (50,1%) sceglie sempre la stessa farmacia in virtù di un rapporto di fiducia che lo lega al professionista del presidio, elemento questo ancor più significativo nel caso dei pazienti cronici. 

Cresce il ricorso ai farmaci equivalenti

La cultura del farmaco equivalente si diffonde sempre di più: oltre un cittadino su 3 (36,5%) ha dichiarato di preferire “abitualmente” i farmaci equivalenti. A sceglierli sono in particolare i pazienti cronici (43,4% vs 31,4%).

Complessivamente, ben l’84% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato farmaci equivalenti nel corso dell’ultimo anno, percentuale questa che sale al 91,3% tra i pazienti con cronicità.

Tra le ragioni, in primis la possibilità di risparmiare, evidenziata dal 52,1% dei rispondenti, seguita dalla fiducia della proposta fatta dal farmacista (44%) e dalla prescrizione ricevuta dal medico (20,1%). 

Anche i farmacisti concordano sul fatto che il risparmio rappresenti la leva principale per scegliere il farmaco equivalente (la pensa così l’82,4% dei farmacisti intervistati), seguita dal senso di fiducia che le persone ripongono nel farmacista (78,6%) e il fatto che l’indicazione dell’equivalente sia indicata nella prescrizione medica (49,7%).

Prevenzione e medicina di genere

Il 44% delle farmacie è impegnata sul tema della medicina di genere: a confermarlo metà dei cittadini coinvolti in iniziative di prevenzione e campagne di screening. Resta tuttavia quasi un quarto del campione che non ha consapevolezza dell’argomento (22,7%). Oltre il 90% dei cittadini ritiene la farmacia un contesto idoneo per l’organizzazione di queste iniziative.

Più di 7 farmacie su 10 (71,8%) hanno dichiarato di aver svolto negli ultimi 12 mesi campagne di screening finalizzate all’individuazione di soggetti a rischio: per patologie oncologiche e per patologie croniche e cardiovascolari, nel 78,9% e nel 35% delle farmacie, rispettivamente.

Altre iniziative in questa direzione sono state: consegna di materiale informativo (71,9%), esecuzione di test diagnostici in telemedicina (60,7%), misurazione di parametri vitali (50,0%) e compilazione di questionari (47,5%).

I crescenti servizi offerti in farmacia

Tra i servizi maggiormente offerti nelle farmacie ci sono: il monitoraggio dei parametri, a partire dalla misurazione della pressione: 97,7% e del peso: 83,2%; la prenotazione di farmaci e altri prodotti da ritirare (88,5%); test-analisi di prima istanza, come è il caso dell’esame della glicemia (81,6%), del colesterolo (78,4%), dei trigliceridi (73%); CUP (77,4%); telemedicina (65,5%). 

Dal punto di vista dei cittadini, i servizi più fruiti sono la prenotazione di farmaci e altri prodotti da ritirare in farmacia (86,5%), il tampone Covid-19 (76,8%), il monitoraggio dei parametri (46,3%), il CUP (38,7%) e le preparazioni galeniche (34%).

Antimicrobico resistenza 

Un tema di particolare rilevanza è quello dell’antimicrobico-resistenza rispetto al quale i farmacisti presentano un livello di consapevolezza abbastanza (63,8%) o molto (15,3%) buono.

La partecipazione dei farmacisti ad eventi formativi è tuttavia un aspetto da incentivare, visto che due terzi (66,1%) dei rispondenti hanno dichiarato di non aver preso parte ad iniziative di sorta nel corso dell’ultimo triennio.

Altresì, solo il 15,7% delle farmacie viene coinvolto in iniziative o programmi di collaborazione con le autorità sanitarie (nazionali, regionali e/o locali) per la raccolta di dati o per la realizzazione di studi sull’uso degli antibiotici e più in generale sull’antimicrobico-resistenza. 

Più della metà dei cittadini (53,8%) dichiara di essere consapevole e ben informato sul tema a fronte di un 13% che lo ignora. A ciò si aggiunge un 33,1% che riferisce di averne sentito parlare ma di non conoscerne i dettagli.

Il ruolo sociale e la sostenibilità della farmacia

I farmacisti italiani sono consapevoli del loro ruolo sociale, con i servizi di consulenza e informazione su stile di vita sano (nel 53,9% delle farmacie), la partecipazione a iniziative comunitarie per la promozione di salute e benessere (36,9%), la partecipazione a iniziative promosse da associazioni civiche e di pazienti (21,6%).

Per quel che riguarda ambiente e sostenibilità, le farmacie hanno puntato in primis alla riduzione dei consumi energetici (76,7%), ad iniziative di riciclo o riduzione dei rifiuti (65,5%), di riduzione dell’uso della carta (64%), di utilizzo di confezioni riciclabili o biodegradabili (44,9%).

I risultati del progetto pilota “Cuore di donna in farmacia”

L’iniziativa pilota ha coinvolto 111 farmacie di tre regioni – Lombardia, Marche e Sicilia – e si è svolta dal 16 ottobre al 10 novembre 2023.

Le donne che si sono sottoposte allo screening completo sono state 1.510, rispondendo al Questionario indicizzato volto a valutare il loro grado di rischio cardiovascolare e sottoponendosi, tramite servizi di telemedicina, ad un elettrocardiogramma gratuito.

L’analisi di 22 parametri che comprendevano patologie pregresse e stili di vita ha evidenziato un rischio cardiovascolare alto per il 17,3% delle donne e molto alto per il 3,6%. Tra quante hanno dichiarato di essere in terapia antipertensiva (30,5%) sono stati registrati valori della pressione elevati nel 38,6% dei casi; medio-alti nel 18,7%. E’ pertanto emerso come in oltre la metà delle donne in terapia, i valori di pressione registrati siano risultati distanti dai parametri di riferimento.

«Riteniamo incoraggianti e molto significativi gli esiti di “Cuore di donna in farmacia”, una iniziativa pilota di promozione della salute nell’ambito della medicina di genere e della consapevolezza dei fattori di rischio, sulla quale insieme a Federfarma abbiamo voluto impegnarci – ha dichiarato Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva. Si tratta di una doppia sfida: da un lato, sul fronte della prevenzione delle malattie cardiovascolari, specialmente tra le donne che fino a qualche decennio fa si considerava fossero meno a rischio degli uomini, mentre oggi gli studi ci dicono che, soprattutto dopo la menopausa, aumenta l’incidenza di eventi cardiovascolari anche gravi purtroppo; dall’altro sulla necessità di estendere, attraverso anche la rete delle farmacie, gli screening all’intera popolazione, per intercettare coloro che non sono  pienamente consapevoli dei fattori di rischio connessi alle varie patologie».

«Come di consueto, il Rapporto restituisce una fotografia puntuale dell’evoluzione della farmacia italiana, fornendo spunti utili a costruire una farmacia di comunità sempre più rispondente alle esigenze di salute della popolazione» ha sostenuto Marco Cossolo, Presidente Federfarma.