Nel corso del 2023 circa 8 milioni di soggetti di età superiore a 11 anni ha bevuto quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio: 4 milioni e 130 mila i binge drinker, 780 mila i consumatori dannosi che necessitano di un trattamento clinico, di cui però appena l’8,1% è intercettato dal SSN e in cura.
È questa la fotografia scattata dall’Osservatorio Nazionale Alcohol dell’Istituto Superiore di Sanità, i cui dati sono stati presentati nel corso di un workshop annuale ospitato presso l’Istituto in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2025 (16 aprile).
L’anno nero 2023: consumi e mortalità alcohol correlata in aumento
L’anno in oggetto ha disatteso completamente le aspettative relative a una riduzione dei consumi a rischio. Il binge drinking è rimasto diffuso tra tutti i target, anziani compresi, che rappresentano peraltro il target con il maggior numero di consumatori dannosi non intercettati dal SSN.
A preoccupare i consumi fuori pasto in aumento tra le donne (+23,9%), di cui 1,2 milioni bevono per ubriacarsi. A crescere anche la mortalità alcol-correlata, registrata in particolare per le classi di età produttive per entrambi i sessi, accrescendo così il gap con il raggiungimento degli Obiettivi di Salute Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Serve implementare prevenzione e attenzione ai giovani
“I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione consolidata e preoccupante di tutti gli indicatori monitorati di danno e di rischio, dilagante nelle fasce più vulnerabili della popolazione: minori, adolescenti, donne e anziani – ha sostenuto Emanuele Scafato, Direttore dell’Ona-Iss – La prevenzione nazionale e regionale, la più efficace possibile, è possibile se si mira ai target principali. È necessario innalzare l’attenzione per i giovani, i minori in particolare, prevedendo maggiori tutele nei luoghi di aggregazione e l’educazione alla salute nelle scuole”.
Secondo Scafato, è dimostrato che è efficace investire in prevenzione e attivare l’intercettazione precoce dei consumatori a rischio, specialmente con interventi differenziati per donne e anziani, favorendo il counselling e l’intervento motivazionale. “Occorre assicurare adeguate risorse per le reti curanti e l’applicazione delle linee guida per i disturbi da uso di alcol che l’Iss ha reso disponibili alle strutture del SSN per la cura dei consumatori con danno o alcoldipendenti, pazienti clinici a tutti gli effetti in necessità di trattamento. Occorre favorire un incremento della consapevolezza sui rischi derivanti dall’uso di alcohol a sostegno delle persone, delle famiglie e in osservanza degli obiettivi delle strategie delle Nazioni Unite, che non abbiamo raggiunto nel 2025, ma in cui siamo impegnati per il 2030″.
Il ruolo di medici e farmacisti nella sensibilizzazione e nell’intercettazione precoce
I medici di medicina generale e soprattutto i farmacisti – grazie alla loro presenza capillare sul territorio e al rapporto di fiducia che li lega ai loro clienti-pazienti – rappresentano delle vere e proprie sentinelle del disagio sul territorio, in grado di sensibilizzare la popolazione circa i rischi legati al consumo di alcohol, intercettando precocemente comportamenti dannosi e indirizzando i soggetti a rischio verso i percorsi di presa in carico più adeguati.