La crescita di fenomeni di aggressioni e violenza ai danni del personale sanitario e socio-sanitario ha portato negli ultimi anni all’istituzione di sistemi di monitoraggio e ad un inasprimento delle sanzioni, anche penali, nel caso di aggressioni nei loro confronti.
L’istituzione dell’Osservatorio ONSEPS
La legge 14 agosto 2020, n. 113 avente ad oggetto “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”, all’art. 2, ha previsto l’istituzione dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie – ONSEPS, cui sono stati assegnati compiti di monitoraggio, studio e promozione di iniziative volte a garantire la sicurezza dei professionisti.
L’Osservatorio è stato istituito presso il Ministero della Salute, con decreto del medesimo Dicastero di concerto con i Ministri dell’interno e dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, del 13 gennaio 2022, successivamente integrato dal DM 7 dicembre 2023, ed è costituito, per la sua metà, da rappresentanti donne.
Per quanto le fonti di raccolta dati siano diverse e non completamente esaustive, occorre sottolineare che la denuncia è sempre su base volontaria e, si stima che una quota significativa di episodi non vengano denunciati dagli operatori.
I risultati del rapporto 2024 dell’Osservatorio
Nel solo 2024 le aggressioni al personale sanitario e socio-sanitario hanno superato i 18mila casi, coinvolgendo circa 22mila operatori, dato che un singolo episodio può colpire più persone; in quasi 7 casi su 10 è stato il paziente stesso responsabile dell’aggressione.
Si tratta di dati monstre che evidenziano un fenomeno in preoccupante crescita: +15% rispetto al 2023, anche se l’aumento, almeno in alcune regioni, potrebbe essere attribuito non tanto ad un incremento delle aggressioni stesse, ma a una crescita delle denunce e delle seguenti segnalazioni e ad un complessivo miglioramento dei sistemi di monitoraggio. I destinatari delle aggressioni sono, per lo più, i medici e gli infermieri dell’Emergenza Urgenza, tra i quali, stando ai risultati di una recente survey SIMEU, ben il 98% ha sperimentato almeno un episodio di violenza fisica o verbale nel corso della propria carriera.
Inoltre, nel 60% dei casi la vittima dell’aggressione è donna: più vessate le professioniste di età compresa tra 30 e 49 anni.
Un fenomeno che peggiora la qualità delle cure
Per quanto il fenomeno interessi per lo più l’ambito ospedaliero (con i Pronto Soccorso e i servizi Psichiatrici identificati come le aree di maggiore criticità) questo stato di crescente incomprensione tra il paziente ed il professionista sanitario, ha come conseguenza l’instaurarsi di un clima di sfiducia, e minore disponibilità, dei professionisti sanitari e socio-sanitari, con conseguenti ricadute sulla qualità delle cure che nuoce, innanzitutto, ai cittadini.