Vivere in modo sano a 50 anni, mantenendo sotto controllo i principali fattori di rischio – astenersi dal fumo, mantenere i valori del colesterolo e della pressione arteriosa entro i limiti, non avere il diabete ed essere in pesoforma – consente di vivere più a lungo, liberi da patologie cardiovascolari. Tuttavia, non è mai troppo tardi per fare scelte salutari. Difatti, anche invertire la rotta dopo i 55 anni di età determina vantaggi in termini di aspettativa di vita.

Lo studio pubblicato su NEJM

Quanto detto emerge dallo studio “Global Effect of Cardiovascular Risk Factors on Lifetime Estimates”, che ha coinvolto oltre 2 milioni di persone suddivise in 133 coorti di 39 Paesi, i cui risultati sono stati presentati al congresso dell’American College of Cardiology e contemporaneamente pubblicati sul New England Journal of Medicine – NEJM.

La ricerca ha visto il contributo anche di due ricercatori italiani dell’Istituto Superiore di Sanità: Luigi Palmieri e Chiara Donfrancesco del Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento che hanno fornito i dati delle coorti di CUORE, il progetto ISS che indaga lo stato di salute della popolazione italiana adulta.

I 5 fattori di rischio più importanti

Partendo dall’assunto che i 5 fattori di rischio sopra richiamati (fumo, diabete, sovrappeso, ipertensione e ipercolesterolemia) rappresentano circa la metà del carico globale delle malattie cardiovascolari, intervenire in prevenzione su di essi potrebbe portare ad un dimezzamento delle patologie cardiovascolari.

L’obiettivo principale dello studio era comprendere quanto la corretta gestione di quei fattori di rischio incidesse sull’aspettativa di vita.

Le differenze di genere emerse

L’indagine ha rivelato un diverso impatto della prevenzione sull’aspettativa di vita di uomini e donne: gli uomini di 50 anni di età privi di quei 5 fattori di rischio vivono 10,6 anni in più senza patologie cardiovascolari e muoiono 11,8 anni dopo se paragonati a coetanei che convivono con quei fattori di rischio. Nelle donne l’impatto è maggiore: sviluppano patologie cardiovascolari 13,3 anni dopo morendo ben 14,5 anni più tardi.

Sotto la lente: fumo e pressione

A incidere di più sono però in particolare il fumo e la pressione arteriosa che, se controllati, garantiscono il migliore guadagno in termini di aspettativa di vita. E questo anche laddove le sane abitudini vengono acquisite tardivamente. Coloro che controllano la propria pressione arteriosa e smettono di fumare tra 55 e 60 anni vivono più a lungo liberi da malattie cardiovascolari rispetto a coloro che non apportano cambiamenti al proprio stile di vita: 2,4 anni di aspettativa di vita in più senza patologie cardiovascolari per le donne non ipertese e 1,2 anni per gli uomini non ipertesi; 1,7 anni in più per le non fumatrici ed 1 anno in più per i non fumatori.

Prevenzione ancora insufficiente: i dati di CUORE

Per quanto sia ormai nota l’importanza della prevenzione per un invecchiamento in salute, in particolare di alcuni fattori di rischio, tra cui la pressione arteriosa, i dati preliminari dell’ultima Italian Health Examination Survey 2023-2025 del Progetto CUORE mettono in luce che nella popolazione generale di età compresa tra 35 e 74 anni appena il 24% delle donne e il 10% degli uomini ha ridotto il consumo di sale a meno di 5 grammi al giorno.

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