In Europa, solo l’83% di tutte le persone affette da HIV è a conoscenza del proprio stato sierologico: di questi, l’85% è in trattamento; il 93% di quanti sono in trattamento hanno ottenuto la soppressione virale.
Questo implica che il Vecchio Continente non è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi fissati dall’UNAIDS – Programma delle Nazioni Unite per HIV/AIDS – per il 2025, che prevedono il raggiungimento del 95% per ciascuno dei parametri citati.
I dati dell’ECDC – European Centre for Disease Prevention and Control, mostrano che i servizi di test e trattamento devono essere incrementati e che i diversi Paesi dovrebbero considerare l’implementazione e l’espansione di strumenti innovativi, come i servizi di comunità e gli auto-test.
I test, tra vecchi e nuovi
Mentre i test tradizionali rimangono comuni, si stanno diffondendo sempre più modalità innovative, come i test a domicilio e quelli condotti da personale sanitario non professionista. Un problema è tuttavia rappresentato dall’accessibilità economica del test HIV che dovrebbe essere rivista per garantirne la fruibilità a tutti.
Permangono poi in molti paesi barriere legali e normative al test dell’HIV, che hanno un impatto sproporzionato su alcune popolazioni. Ancora limitati altresì i dati sulla diffusione del test HIV tra le popolazioni chiave, come i migranti e le persone transgender.
Mancanza di standard e percorsi di riferimento chiari
Il test HIV deve essere collegato a standard e percorsi di riferimento chiari per l’assistenza, sottolinea l’ECDC. Ciò è particolarmente importante con l’aumento dei livelli di test in contesti non tradizionali.
Tuttavia, viene evidenziato nel report che solo 43 dei 55 Paesi dell’Europa e dell’Asia centrale hanno raccomandazioni sulle modalità di trattamento e che solo 23 Paesi sono in grado di fornire dati relativi alla percentuale di soggetti in cura, con tassi che variano dal 76% al 100%.
Il perdurante problema dello stigma
Anche lo stigma e la discriminazione di cui sono vittime le persone che vivono con l’HIV sono preoccupanti, secondo l’indagine dell’ECDC che copre Europa e Asia centrale.
Una percentuale significativa degli intervistati ha dichiarato difatti di non aver rivelato il proprio stato a familiari o amici, e sono molti coloro che temono un trattamento differenziato nelle strutture sanitarie.
Puntare a educazione e sensibilizzazione
I dati sottolineano l’importanza di sforzi mirati di educazione, sensibilizzazione e intervento per combattere lo stigma, soprattutto per i gruppi emarginati, che includono: minoranze di genere, sessuali ed etniche, detenuti, coloro che si prostituiscono e quanti fanno uso di droghe iniettabili.
L’azione politica per raggiungere ZERO stigma
Le leggi e le politiche discriminatorie persistono in molti Paesi, ostacolando i progressi, perpetuando le disuguaglianze sanitarie e influenzando negativamente le risposte dei Paesi all’epidemia di HIV. È necessario lavorare di più per raggiungere l’obiettivo di avere meno del 10% dei Paesi con leggi discriminatorie in tale ambito, ha sottolineato l’ECDC.
In generale, per raggiungere l’obiettivo 3.3 di porre fine all’epidemia di AIDS, i Paesi dell’Europa e dell’Asia centrale devono dare un nuovo impulso agli obiettivi delineati nella Strategia globale per l’AIDS dell’UNAIDS.