In Italia sempre più famiglie stanno scegliendo soluzioni omeopatiche, Il 98% degli adulti conosce i medicinali omeopatici e quasi 18,5 milioni di persone li ha utilizzati nell’ultimo anno. Un dato significativo, soprattutto se si considera che il consiglio diretto del farmacista ha guidato la scelta nel 52% dei casi.
Sul tema, il Gruppo Tecniche Nuove ha promosso un convegno a Cosmofarma, dal titolo “Omeopatia in Farmacia. Dalla formazione alla comunicazione”. L’evento moderato da Corinna Montana Lampo, coordinatrice editoriale Divisione Healthcare Tecniche Nuove ha parlato dell’importanza della formazione specifica e della comunicazione efficace in merito all’osteopatia.
L’evento ha visto la partecipazione di Silvia Nencioni, presidente di Omeoimprese, Salvatore Ingrosso, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Lucca e Carlotta Farneti, farmacista titolare, esperta e docente di omeopatia.
Secondo Silvia Nencioni “è importante avere farmacisti opportunamente formati perché i pazienti se lo aspettano; peraltro, anche il codice deontologico della FOFI, all’articolo 6, invita i farmacisti a impegnarsi a estendere le proprie competenze alle medicine non convenzionali, e l’omeopatia, tra queste, è la più diffusa”.
Secondo Nencioni, “per fare in modo che si esca dall’Università con almeno alcune nozioni di base sugli omeopatici, è necessario che questa materia venga inserita nei piani di studio. Questo diventa fondamentale in un Paese come l’Italia dove alle aziende non è consentito inserire sulle confezioni dei medicinali le indicazioni terapeutiche e la posologia. Un limite che rende ancora più stringente la competenza del farmacista, per garantire ai pazienti le giuste informazioni per un uso corretto ed efficace di questi medicinali”.
Quello della Toscana è un esempio emblematico: l’omeopatia è integrata nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e la formazione ha consentito l’iscrizione al registro dei farmacisti competenti in omeopatia.
“Grazie a un accordo siglato nel 2015 tra la Regione Toscana e la Consulta Regionale degli Ordini dei Farmacisti della Toscana, abbiamo predisposto un modello formativo della durata di 100 ore, da svolgersi in due anni; l’obiettivo è agevolare i cittadini che vogliono curarsi con l’omeopatia – a tutela del diritto alla libertà di scelta terapeutica di ciascuno – nel trovare farmacisti in grado di offrire un consiglio competente al banco. Negli ultimi anni sono stati formati circa 300 farmacisti, che, grazie a questa formazione, hanno potuto iscriversi al registro dei farmacisti esperti in omeopatia” ha dichiarato Salvatore Ingrosso, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Lucca. “Auspico che anche altre Regioni possano replicare questo modello; l’offerta formativa promossa dagli Ordini dei Farmacisti dovrebbe essere più ampia possibile, per rispondere a tutti i pazienti, senza pregiudizi”, ha concluso Ingrosso.
“L’omeopatia mette il farmacista nella condizione di dover porre al paziente domande mirate per individuare il medicinale omeopatico più adatto ai sintomi manifestati. E assicuro che si può fornire un consiglio al banco efficace, anche con i pochi minuti che si hanno a disposizione”, ha spiegato Carlotta Farneti, farmacista e docente esperta in omeopatia, che sottolinea: “Un aspetto essenziale che offre l’omeopatia è la capacità di creare una relazione di fiducia che fidelizza il cliente alla farmacia. In questi anni si parla tanto del ruolo del farmacista per il territorio: sempre più presidio sanitario di riferimento, in grado di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini. Ecco, allora, che la formazione sui medicinali omeopatici rappresenta un’opportunità in più per la farmacia e un arricchimento per la nostra professione”.
Convegno ha messo in evidenza quanto la formazione in omeopatia sia un elemento chiave che va di pari passo con la necessità di informazione espressa dai pazienti: “Per un recepimento incompleto di una Direttiva europea, alle aziende italiane non è permesso fare comunicazione al pubblico sui medicinali omeopatici”, ha sottolineato Silvia Nencioni. “Eppure, chi utilizza l’omeopatia vorrebbe saperne di più. Secondo l’ultima indagine condotta da Eumetra per Omeoimprese il 31% del campione chiede maggiori informazioni e si aspetta che siano soprattutto i professionisti della salute a rispondere a questo bisogno. Anche in questo contesto emerge il ruolo fondamentale della farmacia: il 39% degli intervistati riconosce, infatti, nel farmacista la figura più indicata a dare queste spiegazioni”.