Il 24 luglio scorso, a seguito dell’approvazione della Camera con 171 sì e 122 voti contrari, è stato approvato in via definitiva e convertito in legge il provvedimento per la riduzione delle liste di attesa.
I punti salienti del provvedimento
Tra i punti salienti: visite diagnostiche e specialistiche anche nei weekend, con estensione della fascia oraria per l’erogazione delle prestazioni, sistema unico di prenotazione, regionale o infra regionale, istituzione della piattaforma nazionale liste di attesa e dell’organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria.
In base alla nuova legge, i Cup dovranno monitorare tutte le prestazioni – sia quelle pubbliche sia quelle del privato convenzionato; altresì, un sistema garantirà tempi certi per le prestazioni anche attraverso il ricorso all’intramoenia o al privato.
Dal 2025 verranno inoltre introdotte una serie di misure in favore del personale, a partire dall’abolizione dei tetti di spesa.
Fornire risposte concrete ai cittadini e maggiore efficienza al SSN
«Il decreto sulle liste d’attesa è legge: diamo risposte concrete ai cittadini e maggiore efficienza al servizio sanitario nazionale. Dopo anni di inerzia, questo Governo interviene in maniera strutturale con misure che affrontano tutti i fattori che hanno contribuito a un aumento intollerabile delle liste d’attesa» ha dichiarato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, dopo l’approvazione alla Camera.
«La nostra priorità – ha proseguito il Ministro – è tutelare il diritto alla salute degli italiani e lo facciamo attraverso un nuovo sistema di monitoraggio finalmente efficace e strumenti di controllo che vedono in prima linea le Regioni e il Ministero della Salute con un Organismo che potrà attivare poteri sostitutivi, in caso di inadempienza. Aboliamo dal 2025 il tetto di spesa per le assunzioni di personale, diamo ulteriori incentivi al personale con la detassazione delle prestazioni aggiuntive e garantiamo che ai cittadini sia sempre erogata la prestazione: se non ci riesce il servizio pubblico, si ricorre all’intramoenia o al privato accreditato. Non ci sono regali ai privati, al contrario il privato accreditato dovrà fare pienamente la propria parte mettendo a disposizione tutta l’offerta di prestazioni nel Cup unico regionale. Inoltre, sosteniamo le Regioni del Sud con interventi di adeguamento tecnologico e formazione di personale per potenziare l’assistenza sociosanitaria. Da questo momento non ci sono più alibi: abbiamo definito chiaramente regole e responsabilità».
La strada intrapresa è quella giusta, ma necessario inserimento del codice ICD9
«L’approvazione della legge sulle liste d’attesa, con la nascita della piattaforma nazionale di monitoraggio, in linea con quanto avevamo richiesto, è sicuramente un passo avanti indispensabile per l’Italia, ma non basta. È necessario lavorare con più determinazione per migliorare l’appropriatezza delle richieste di visite ed esami specialistici. Torniamo quindi a chiedere strumenti utili per governare l’offerta e verificare l’equità d’accesso, in modo da garantire a tutti i cittadini i servizi di cui hanno bisogno, evitando gli sprechi e migliorando il livello di salute della popolazione» ha commentato il Presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere – FIASO, Giovanni Migliore, dopo il via libera della Camera.
«Ribadiamo con forza la necessità di introdurre un sistema di codifica del quesito diagnostico, rendendo obbligatorio in tutte le ricette l’inserimento del codice ICD9, utilizzato da oltre dieci anni in ospedale, per poter verificare con facilità che la richiesta sia adeguata alle necessità cliniche ed al livello d’urgenza, almeno per le 69 prestazioni più critiche come radiografie, tac e risonanze magnetiche».
L’inserimento dei codici permetterebbe difatti di verificare l’appropriatezza prescrittiva consentendo eventualmente alle Asl di intervenire direttamente sui medici prescrittori.