Standardizzazione delle procedure, misurabilità degli effetti prodotti in termini di efficacia e certificazione di qualità della farmacia sono passi necessari per dare veste concreta alla farmacia dei servizi
Il 30 maggio a Roma si è riunito il Tavolo sulla farmacia dei servizi, istituito dal Ministero della Salute con l’obiettivo di definire concretamente l’operatività del nuovo modello di farmacia disegnato dalla Legge 69, anche ai fini della sperimentazione a livello regionale finanziata con 36 milioni di euro dalla Legge di Bilancio 2018.
Come si legge nel comunicato congiunto FOFI, Federfarma, Assofarm, UTIFAR e SIFO, emesso all’indomani dell’incontro: “Nel corso della riunione è emersa l’importanza di stabilire, per ciascuno dei servizi professionali e cognitivi erogati dal farmacista – dalle campagne di screening al supporto all’aderenza terapeutica – metodologie e protocolli operativi atti a garantire la standardizzazione delle procedure, la misurabilità degli effetti prodotti in termini di efficacia, e quindi di salute, ma anche di governo della spesa”. Le diverse sigle sottolineano che quello indicato è “un passaggio indispensabile per determinare la remunerazione delle prestazioni stesse”.
Certificare la farmacia
“A sua volta, l’adozione di protocolli standardizzati rende necessario prevedere un sistema di certificazione di qualità della farmacia, come avviene anche negli altri paesi che hanno già implementato la pharmaceutical care nella farmacia di comunità”, si legge ancora nel comunicato. “Questa è una condizione necessaria anche per conseguire una reale collaborazione interprofessionale tra gli attori del processo di cura sul territorio e per offrire ai cittadini un servizio omogeneo in tutto il paese. Si tratta di un cambiamento sostanziale per la rete delle farmacie. FOFI, Federfarma, Assofarm, UTIFAR e SIFO si impegnano a operare congiuntamente per compiere questo percorso”.