Gli italiani e il loro cambiamento di approccio alle cure, è stato puntualmente fotografato dal Rapporto OsMed per il periodo gennaio-settembre 2013. Presentato a Roma dall’AIFA, il compendio è stato curato in una chiave di analisi focalizzata, non solo su dati di spesa e consumo dei farmaci, differenze regionali, categorie terapeutiche e principi attivi più utilizzati ma anche, e in modo particolare, sull’appropriatezza prescrittiva e sull’aderenza alle terapie da parte dei pazienti.
In sintesi, nei primi nove mesi 2013 la spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) ha toccato i 19,5 mld. Ogni italiano ha acquistato in farmacia in media 23 confezioni di medicinali per un totale di 1.398 milioni di confezioni (classe A e C) con una crescita pari a +2,0%.
L’effetto dell’aumento dei ticket ha portato a un + 3,9% la spesa diretta del cittadino sul consumo di farmaci di automedicazione e farmaci di classe A acquistati privatamente. Tra questi i più utilizzati sono i farmaci per il sistema cardiovascolare, dove cresce l’aderenza alle terapie da parte dei pazienti, mentre gli antidepressivi si confermano primi sul podio delle prescrizioni tra i farmaci del SNC. Passando ai medicinali a brevetto scaduto questi rappresentano il 65% dei consumi (in crescita rispetto al 2012 del +7,7%) e il 46% della spesa farmaceutica convenzionata (in crescita rispetto al 2012 del +4,9%). Tra i primi venti principi attivi a brevetto scaduto, il lansoprazolo continua a essere il più alto con una spesa di 196,8 milioni di euro, seguito dal pantoprazolo, con 195,2 milioni di euro. Per quanto riguarda la distribuzione diretta e per conto la spesa è stata pari a 3,5 miliardi di euro e tra i primi trenta principi attivi a maggior spesa si confermano il fattore VII ricombinante (161,5 milioni di euro), l’etanercept (145,2 milioni di euro) e l’adalimumab (142,2 milioni di euro).
In regime di assistenza convenzionata sale anche il consumo e la spesa per gli antibiotici facendo registrare con un ampia variabilità regionale, un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del +5,4%. La riduzione del -26,2% del numero di dosi di vaccino antinfluenzale somministrate nel 2012 rispetto alla precedente campagna vaccinale del 2011 potrebbe aver inciso sul tale incremento. Ecco dunque che nella veste di “Principale fonte d’informazione e formazione degli operatori sanitari sul coretto uso dei farmaci”, com’è stato definito nei saluti inviati dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il Rapporto si conferma una raccolta di “dati fondamentali”, puntualizza il direttore generale di Aifa, Luca Pani, “per supportare le istituzioni regolatorie e i prescrittori a prendere le giuste decisioni”. Soprattutto, “in vista delle sfide future”, come rileva il presidente di Aifa, Sergio Pecorelli, “rappresentate dall’arrivo di nuovi farmaci sempre più costosi, dall’aumento dei consumi, e quindi dal problema della sostenibilità”.
M. Elisabetta Calabrese