Una farmacia può trarre utilità dallo sviluppo di una sua App? La risposta è affermativa ma richiede una serie di precisazioni
Nel 2017 ci sono state 100mila App in meno rispetto all’anno precedente. Anche sul lancio di nuove App, il mercato Apple ha avuto una contrazione, addirittura del 29%, sempre nel confronto tra il 2017 e il 2016. È la prima volta che succede dal 2008, anno di nascita dell’App Store. Il mondo Google con il suo PlayStore e i dispositivi Android non conosce al momento questa crisi ma il segnale proveniente da Apple è da analizzare: numerose App vengono sviluppate per entrambe le tecnologie ma sembra che se si debba scegliere di sviluppare per un solo tipo di sistema operativo, si scelga Android.
Abbandonando i tecnicismi, la domanda da porsi è: ha ancora un senso sviluppare delle App e, soprattutto, possono queste essere utili a una farmacia?
La risposta a entrambe le domande è positiva ma con una serie di precisazioni:
- Il primo elemento da considerare è l’utilità. Sono finiti i tempi in cui si pensava che tutti dovessero avere una propria App, quasi fosse una vetrina virtuale. Fare il download di un’applicazione da uno store online richiede impegno da parte dell’utente, quindi verranno scaricate solo quelle veramente utili.
- In secondo luogo, serve valore aggiunto: se la App dà qualcosa di diverso e di esclusivo rispetto al sito o ai profili social di una farmacia, allora questa avrà più possibilità di essere utilizzata. In caso contrario, meglio non svilupparla.
- Terzo, la semplicità di utilizzo. La natura stessa di una App è quella di essere facile. Pensate di avere poco tempo e una visibilità limitata sullo schermo del cellulare: se l’applicazione risultasse complessa, non avrebbe proprio motivo di esistere.
Quattro semplici regole per la vostra App
Rispetto all’apertura di un profilo social o alla creazione di un sito internet, la realizzazione di una App richiede maggiore impegno: per avere la propria pagina Facebook bastano pochi click, per creare un sito internet i costi si sono abbattuti mentre per realizzare una App serve uno sforzo di pensiero e sviluppo iniziale che non è alla portata di tutti. Ci sono nazioni – Usa e Cina in primis – dove gli sviluppatori di App vivono ancora un loro eldorado ma in Italia questo non avviene: ci sono tanti smartphone pro capite ma non altrettante applicazioni dedicate, perché il mercato preferisce altri prodotti.
Tanti sono poi gli errori che si commettono quando si realizzano delle App, soprattutto in un ambito complesso come quello farmaceutico. Ecco come evitarli.
- No a un linguaggio troppo specialistico; questa è una regola che in realtà riguarda qualsiasi strumento di comunicazione lanciato da una farmacia
- Sì ad aggiornamenti puntuali; uno scarso aggiornamento delle informazioni è deleterio perché se non ci sono novità nessuno cliccherà sulla relativa icona dal proprio cellulare.
- No a notifiche troppo invasive; bisogna trovare un metodo tecnicamente valido ma non troppo invasivo per avvisare gli utenti di aver aggiunto nuovi contenuti. Non è necessaria una pubblicità troppo spinta: la farmacia è altro e bisogna preferire consigli utili e pareri di esperti rispetto alla pura vendita di prodotti.
- Sì a pubblicità off line della App; non bisogna dare per scontato che tutti i clienti sappiano dell’esistenza della App e che tutti quelli che la conoscono l’abbiano obbligatoriamente scaricata. Anzi, bisognerà pubblicizzarla anche con strumenti offline, ad esempio cartellonistica in farmacia, e spiegarne bene i vantaggi e le proposte dedicate ai clienti che la utilizzano. Infine, cosa non banale, bisognerà convincere gli utenti a non cancellarla dopo i primi utilizzi, una prassi purtroppo consolidata per chi gestisce lo spazio in memoria del proprio smartphone e cancella costantemente quello che ritiene superfluo.
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