Anche gli ordini e i collegi professionali devono adeguarsi alle norme anticorruzione previste dalla legge Severino (l. n. 190/2012). Lo ha stabilito con un’apposita delibera, datata 21 ottobre 2014, il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone. Nella delibera citata si specifica che “l’articolo 3, comma 1 del d.p.r. n. 68/1986 che prevede che, all’interno del comparto del personale degli enti pubblici non economici, rientra il personale degli ordini e dei collegi professionali e relative federazioni, consigli e collegi nazionali, confermando quindi l’appartenenza degli ordini alla categoria degli enti pubblici non economici”, per questo motivo secondo l’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) non possono sottrarsi alle norme della legge 190/2012 e attenersi ai divieti in tema di incompatibilità degli incarichi previsti dal d.lgs. n. 39/2013, non essendo assimilabili a “enti associativi”. A livello parlamentare sono in questa situazione: il presidente, Andrea Mandelli (Fi), e il vicepresidente, Luigi d’Ambrosio Lettieri (Fi), dell’Ordine nazionale dei farmacisti, il presidente degli Ordini dei medici, Amedeo Bianco (Pd) e la presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, Annalisa Silvestro (Pd.
Tra gli obblighi previsti per questi enti vi sono: il divieto di assegnare ruoli dirigenziali negli ordini a chi già ricopre o ha ricoperto altre cariche amministrative o politiche. Inoltre dovranno “predisporre il piano triennale di prevenzione della corruzione, il piano triennale della trasparenza e il codice di comportamento del dipendente pubblico, nominare il responsabile della prevenzione della corruzione, adempiere agli obblighi in materia di trasparenza di cui al d.lgs. n. 33/2013”. Gli ordini avranno un mese di tempo dalla data di pubblicazione della delibera Cantone per organizzarsi e non incorrere in sanzioni.