Sono molte le farmacie italiane che hanno messo in atto i servizi previsti dalla legge 69/2009 e successivi decreti legislativi. Una conferma del ruolo della farmacia dei servizi come primo presidio sociale e sanitario sul territorio, ma anche un’occasione di fidelizzazione della clientela e di gratificazione professionale
Lo scorso 17 ottobre la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le Linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi nella farmacia di comunità. I servizi scelti non sono tutti quelli previsti dal DLgs 153 del 2009, ma rispecchiano tutte le tipologie previste dalla Legge 69/2009. Sono infatti presenti i servizi cognitivi, cioè la ricognizione farmacologica e il supporto all’aderenza terapeutica per asma/Bpco, diabete e ipertensione; i servizi di front office, con l’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico; la diagnostica di prima istanza e la telemedicina, con l’holter cardiaco e pressorio, l’elettrocardiogramma e l’autospirometria. Quanto alla prevenzione e alle campagne di screening è stata inclusa la partecipazione della farmacia alla raccolta dei campioni per la ricerca del sangue occulto nelle feci per l’individuazione dei tumori del colon-retto, servizio già presente in alcune Regioni ma non in tutte. Il primo step, dopo la firma dell’Accordo, è stata la presentazione del cronoprogramma al ministero della Salute da parte delle nove Regioni coinvolte nella sperimentazione fin dall’inizio. Seguiranno le altre Regioni a statuto ordinario, coinvolte nella sperimentazione solo successivamente.
Undici anni di farmacia dei servizi
In questi 11 anni, dal varo della legge sulla farmacia dei servizi, le farmacie italiane hanno avuto la possibilità di implementare servizi nei confronti del territorio a carico del cittadino. Teoricamente le farmacie hanno potuto mettere in atto tutti i servizi previsti dalla legge 69/2009 e i successivi decreti legislativi. È difficile dare comunque stime esaurienti su quali e quanti servizi e prestazioni abbiano effettivamente erogato in questi anni. «I dati più affidabili sono quelli forniti dall’Osservatorio Nazionale sulla Farmacia dei Servizi istituito presso l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica e patrocinato dalla Federazione degli Ordini» precisa Andrea Mandelli, presidente di Fofi.
«L’Osservatorio ha condotto un’indagine su un campione rappresentativo corrispondente a poco meno del 15% delle farmacie italiane. Quest’indagine del 2017 aveva rilevato che l’81% dei farmacisti intervistati erogava servizi previsti dai decreti attuativi della Legge 69/2009, malgrado vi fosse una remunerazione da parte delle Regioni solo nel 9,6% dei casi. L’89% dei servizi era rappresentato da test di prima istanza, in particolare misurazione di glicemia, colesterolo e trigliceridi, che da soli costituivano il 44%, servizi di telemedicina come holter pressorio e cardiaco ed elettrocardiogramma. Molto meno frequenti servizi come il Cup o il ritiro referti, dato che queste funzioni non possono prescindere da un accordo con la Regione». Aggiunge Marco Cossolo, presidente di Federfarma: «Il numero di farmacie che ha introdotto il servizio di telemedicina è cresciuto del 22% rispetto al 2018, arrivando a oltre 4.000, confermando un tasso di crescita elevato. Per la farmacia fare i servizi costituisce gratificazione professionale, fidelizzazione della clientela, conferma del ruolo di primo presidio sociale e sanitario sul territorio».
Quali prestazioni si offrono?
I test di autoanalisi eseguibili in farmacia non necessitano di prescrizione medica e permettono di identificare in pochi minuti l’eventuale presenza di valori alterati nell’organismo. Rappresentano uno strumento importante per il medico curante, che può tenere sotto controllo una terapia, identificare precocemente una malattia o avere le basi per prescrivere accertamenti più approfonditi. La maggior parte delle farmacie offre anche analisi complete delle urine, holter pressori o cardiaci, elettrocardiogrammi, spirometrie e molti altri esami specialistici grazie alla telemedicina. Diffusi sono inoltre i test per individuare eventuali intolleranze alimentari.
«L’ampliamento della farmacia dei servizi va nella direzione di riservare l’ospedale alle acuzie spostando sul territorio le prestazioni legate alla cronicità – sottolinea Cossolo. – È un vantaggio per anziani e cronici perché aiuta loro a continuare a vivere nel loro ambiente, evitando il ricorso improprio all’ospedale. Con la prenotazione effettuata direttamente in farmacia, il cittadino prenota visite ed esami senza spostamenti e senza perdite di tempo. Talora può anche pagare il ticket direttamente in farmacia e ritirare i risultati delle analisi fatte nelle strutture pubbliche. Grazie alla telemedicina il cittadino può effettuare direttamente in farmacia esami quali elettrocardiogrammi, monitoraggi della pressione arteriosa, Holter cardiaci. Gli esami sono refertati in tempo reale dal cardiologo e in molti casi hanno rilevato anomalie tali da consigliare il cittadino a recarsi subito al pronto soccorso o comunque a una visita specialistica. La farmacia è in grado di offrire prezzi sovrapponibili al costo del ticket richiesto dalle strutture pubbliche».
I vantaggi per le croci verdi
«Ritengo che i servizi in farmacia abbiano innanzitutto contribuito a creare le consapevolezza che si può e si deve andare oltre al ruolo della farmacia di comunità quale luogo di dispensazione del farmaco e puntare su una sempre maggior integrazione nel Ssn» afferma Mandelli. «E questo risulta anche dai dati dell’Osservatorio: tre quarti degli intervistati hanno dichiarato che la farmacia può diventare il punto di accesso più capillare del Servizio sanitario e oltre il 90% ha detto che questo può verificarsi soltanto se avviene attraverso una ridefinizione della Convenzione. Il fine ultimo della sperimentazione è proprio far diventare un elemento costitutivo dell’assistenza territoriale il modello che vede il farmacista come attore del processo di cura, assieme agli altri professionisti, e la farmacia come presidio polifunzionale».
La qualità del servizio offerto
L’erogazione di questi servizi richiede da parte della farmacia investimenti e una riorganizzazione interna. Ma richiede anche, come sottolinea il presidente di Fofi, «una cultura della standardizzazione della verifica della qualità di servizi e prestazioni. Il cittadino, il medico e il servizio sanitario devono poter contare sul fatto che il test eseguito in farmacia è affidabile e ripetibile ed è ugualmente affidabile in tutte le farmacie italiane» conclude Mandelli. «Quando parliamo di standard di qualità e di accreditamento della farmacia parliamo di fattori materiali, ma soprattutto di competenze e abilità del farmacista che vi opera, che diviene il vero assett strategico. In questo senso resta centrale il capitolo della formazione, dell’evoluzione culturale di tutto il corpo professionale». Aggiunge Cossolo: «I servizi implicano uno sforzo di organizzazione e d’investimento non indifferente da parte della farmacia, in termini di personale e di apparecchiature. Per questo è necessario che la sperimentazione si concluda nei tempi previsti e confermi alla Parte pubblica l’utilità per il Ssn di inserire l’erogazione dei servizi tra i compiti della farmacia, in regime di convenzione. È fondamentale l’impegno e la partecipazione di tutti i colleghi, ne va del nostro futuro!».