La broncopneumopatia cronica ostruttiva, abbreviata BPCO (COPD, Chronic Obstructive Pulmonary Disease in inglese), è una patologia respiratoria estremamente diffusa, ampiamente sottodiagnosticata. Essa può indurre importanti effetti sistemici ed essere associata a complicanze e comorbilità, che nel complesso concorrono a farla essere la quarta causa di morte nel mondo. È una malattia cronica e invalidante, caratterizzata da un progressivo deterioramento delle funzioni respiratorie dovuto a una persistente ostruzione bronchiale. L’andamento incrementale e irreversibile di questo deterioramento può portare all’insufficienza respiratoria.
La prevalenza della BPCO è in continua evoluzione: attualmente il suo valore è stimato all’8% nella popolazione generale, ma è stato dimostrato che tale valore raggiunge l’11% oltre i 55 anni, per poi crescere ulteriormente in modo sostanziale nelle età più avanzate.
Sintomatologia associata a BPCO
La BPCO è caratterizzata da un esordio il più delle volte asintomatico. Talvolta, tosse con espettorazione precede di molti anni lo sviluppo della patologia. Sintomi tipici di questa patologia sono:
- tosse con espettorazione,
- dispnea durante sforzi fisici importanti,
- dispnea anche durante sforzi fisici moderati,
- impossibilità di svolgere le normali attività lavorative,
- difficoltà respiratorie a riposo, sia di giorno che di notte,
- senso di spossatezza,
- frequenti riacutizzazioni che richiedono il ricovero ospedaliero,
- necessità di utilizzare ossigeno terapia anche a domicilio.
In base alla sintomatologia è possibile fare una classificazione di gravità della BPCO.
Classificazione di gravità della BPCO in base ai sintomi
A rischio (Stadio 0) | Tosse frequente con o senza espettorazione Le prove di funzionalità ventilatoria, misurate con metodica spirometrica, sono ancora nella norma |
BPCO lieve (Stadio I) | Tosse cronica con o senza espettorazione. Mancanza di fiato durante o dopo uno sforzo moderatamente severo. VEMS/CVF 80% del predetto |
BPCO moderata (Stadio II) | Tosse cronica quasi sempre accompagnata ad espettorazione del muco. Senso di affanno e di dispnea che insorge anche per sforzi fisici blandi. Allungamento tempi di guarigione dopo un raffreddore o infezione delle vie respiratorie. VEMS tra il 50 e l’80% del teorico |
BPCO grave (Stadio III) | Tosse cronica con presenza di espettorato. Difficoltà respiratorie anche a riposo rendono impossibile lo svolgimento delle normali attività quotidiane. VEMS tra il 30% e il 50% del predetto |
BPCO molto grave (Stadio IV) | Grave ostruzione bronchiale (VEMS 30% del predetto |
VEMS: volume espiratorio massimo del 1° secondo; CVF: capacità vitale forzata
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica della Bpco ha lo scopo di prevenire e controllare i sintomi, ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni, migliorare lo stato di salute e la tolleranza allo sforzo. Il trattamento farmacologico, una volta cominciato, deve essere continuato in maniera cronica e modulato a seconda delle esigenze cliniche. I farmaci raccomandati sono:
- broncodilatatori a breve durata (salbutamolo, ipratropio bromuro) o a lunga durata (salmeterolo, formoterolo, tiotropio), di solito β2 stimolanti della muscolatura liscia bronchiale utilissimi nella fase acuta, quando insorge dispnea.
- Cortisonici inalatori o orali, spesso associati ai broncodilatatori nei casi di BPCO moderata e grave per combattere lo stato infiammatorio cronico persistente.
- Antibiotici, utilizzati per prevenire e curare le infezioni batteriche; si rendono spesso necessari in caso di peggioramento della tosse e della quantità di espettorato.
- Teofillina e anticolinergici (ipratropio bromuro, oxitropio, tiotropio). Gli anticolinergici bloccando i recettori muscarinici producono broncodilatazione, migliorano la dispnea ed hanno un ampio range di maneggevolezza. La teofillina, anch’essa un broncodilatatore a lento rilascio, non sembra offrire particolari vantaggi rispetto agli anticolinergici, e soprattutto ai β2 agonisti a lunga durata di azione. Tuttavia, essa esercita un importante effetto di attenuazione della dispnea, ma deve essere ben dosata, per evitare gli eventuali effetti collaterali indesiderati.
- L’associazione farmacologica costituita dal corticosteroide fluticasone furoato e dal β2-agonista a lunga durata d’azione vilanterolo è stata approvata recentemente anche in Italia per il trattamento della BPCO negli adulti a partire da 40 anni di età. Il farmaco viene inspirato nei polmoni attraverso la bocca, utilizzando l’apposito inalatore.
La terapia va associata anche a cambiamenti radicali dello stile di vita quali abolizione del fumo di sigaretta, alimentazione equilibrata e attività fisica.
Antonio Lavecchia, Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II