I farmacisti nel terremoto. Storie di colleghi nell’emergenza, fra paura e sorrisi è il titolo del libro che verrà presentato dall’autrice Elena Penazzi domenica 2 dicembre 2012 alle 17.00 presso la libreria Feltrinelli in via G. Garibaldi 30 a Ferrara e sabato 15 dicembre 2012 nell’ambito della cena natalizia organizzata da Federfarma Bologna.
Il libro racconta storie belle e drammatiche di uomini e di donne che hanno fatto il loro dovere e molto più in un momento in cui le scosse hanno squarciato la vita di tanti, in quei paesi dell’Emilia. Storie di farmacisti che con la paura negli occhi, il cuore grande e il sorriso sulle labbra hanno improvvisato fin dalle prime ore un servizio pubblico decisivo. Storie di piccolo coraggio e di grande solidarietà, inevitabilmente venate dai timori del domani.
Storie che l’autrice Elena Penazzi, farmacista e giornalista, ha saputo ascoltare e ha voluto raccogliere in un libro per non dimenticare. Il ricavato delle vendite del testo verrà devoluto al Comitato di solidarietà “Uniti per ricostruire”, istituito dai farmacisti terremotati, attivo sul conto IT98T0311002400001570014729 c/o Farbanca.
Elena, da dove nasce l’idea di questo libro?
Dovevo scrivere un articolo sui farmacisti colpiti dal terremoto che aveva da poco scosso la mia terra, ma dopo le prime interviste ho capito che non potevo limitarmi a questo. Il lavoro che i miei colleghi stavano facendo, l’impegno con cui si prodigavano per non lasciare le persone da sole, disperate, senza farmaci erano tali che anche io ho sentito di dover fare di più; dovevo in qualche modo riuscire a mettere in risalto tutto questo, dovevo far emergere quel senso del dovere e quella responsabilità di essere un punto di riferimento per la popolazione, sempre e nonostante tutto. E così non mi sono fermata. Ho incontrato diversi farmacisti, ho ascoltato le loro storie e insieme all’amica fotografa Francesca Guerrini ho documentato la vita di quei giorni.
Qual è la storia che ti ha colpito di più?
È forse banale dire che tutte le storie mi hanno segnato, ma certamente la testimonianza del dottor Belli mi è rimasta nel cuore; il dottor Belli che ha vissuto un doppio dramma, il terremoto e la perdita in quei giorni del figlio più piccolo. Eppure questo doppio dramma non ha irrigidito il suo cuore: non ha mai chiuso la farmacia e nel tempo di un gesto di intesa con la moglie ha trasformato il giardino di casa prima in luogo delle esequie del figlio e poi in tendopoli per accogliere più di 100 sfollati.
Come ti ha cambiato questo libro?
Tutto è cambiato. Per la prima volta mi sono sentita orgogliosa della mia professione. Il terremoto mi ha dato l’opportunità di incontrare tante persone, di conoscere chi c’è dentro ogni farmacista, di comprendere il valore, la voglia di aiutare gli altri, il forte senso di responsabilità e del dovere.
Che messaggio vorresti portare?
Mi piace a questo proposito citare una frase della prefazione al libro di Toni Capuozzo, che scrive “la farmacia c’è, o almeno c’è il camice bianco; c’è un luogo che non è solo servizio pubblico o farmaci irrinunciabili, ma un posto che infonde un senso di continuità, una piccola certezza, almeno quanto l’ufficio postale, la stazione dei carabinieri, l’altare della domenica.” Continuiamo a dire che il farmacista deve essere un punto di riferimento per i suoi pazienti e le storie che ho raccolto testimoniano questo. Testimoniano come tra le tante battaglie di oggi, la ricetta, la remunerazione, il camice, i servizi, nel momento del bisogno è emerso l’uomo che c’è dentro al farmacista. Non abbiamo mai saputo comunicare questo messaggio; io ho avuto l’occasione di colmare questa miopia.
Tiziana Azzani