L’Agenzia Italiana del farmaco ha aggiornato i dati della spesa farmaceutica (periodo gennaio-giugno) che confermano l’andamento della precedente rilevazione: rispetto del tetto da parte della convenzionata (+44 milioni di euro) e sforamento (-966 milioni di euro) di quella per gli acquisti diretti. Non cambiano sostanzialmente le cose anche per gli innovativi: il fondo per la copertura delle spese delle regioni per i farmaci innovativi – epatite C in testa – registra uno sforamento di 120 milioni, quello per gli oncologici innovativi si mantiene in avanzo per oltre 60 milioni.
Spesa convenzionata (ex territoriale) mantiene il tetto limite
Come detto le regioni, complessivamente, rispettano il tetto nazionale (7,88% vs 7,96%) ma non è tutto rose e fiori. Si va da una spesa della provincia autonoma di Bolzano del 5,65% a quella della regione Abruzzo del 9,37%. Si confermano le buone performance di Emilia-Romagna (6,11%) e Veneto (6,68%) che insieme raggiungono una minor spesa rispetto ai limiti di legge per 135 milioni di euro.
Si mantiene la diminuzione del numero delle ricette che a giugno arrivano a oltre 298 milioni, erano oltre 300 milioni al giro di boa dell’anno passato, mentre la spesa per i medicinali distribuiti attraverso il sistema delle farmacie aperte al pubblico (al netto del pay-back dell’1,83% versato dalle aziende farmaceutiche alle regioni), sebbene in leggera flessione rispetto al periodo gennaio-maggio (+0,98% vs +0,84%), si mantiene su livelli superiori al 2016 (4,219 vs 4,184 miliardi di euro).
Un’ultima riflessione la merita la distribuzione diretta di fascia A che diminuisce ulteriormente (-25%) anche se continuano a mancare i dati della regione Sardegna. Dopo i primi sei mesi la spesa è pari a 2,230 miliardi di euro: 755 milioni in meno rispetto al 2016. Insomma, considerando che la regione sarda l’anno scorso aveva una spesa di 114 milioni di euro, il divario rispetto al 2016 è comunque importante.
Spesa farmaceutica acquisti diretti (ex ospedaliera) fuori controllo
Continua infine a macinare record negativi la spesa per acquisti diretti. Adesso lo sforamento ha raggiunto i 966 milioni di euro e se si continua di questo passo a fine anno si potrebbero sfiorare i 2 miliardi di euro. Tutte le regioni sono sopra la soglia di legge, unica eccezione la regione Valle D’Aosta. Certo non tutti gli enti si comportano allo stesso modo. La provincia di Trento, il Piemonte, la Lombardia, il Molise e il Veneto stanno tutte al di sotto dell’8% rispetto al FSN; Sardegna, Puglia e Toscana sopra il 10% (vale la pena ricordare che i dati AIFA sulla spesa ospedaliera si riferiscono alle sole strutture pubbliche). Chissà se questi dati offriranno spunti di riflessioni a Governo e Parlamento in vista della prossima legge di bilancio? Dalle prime bozze in circolazione sembrerebbe di no.